Processo Borsellino, le arringhe: |"Nessuno ha chiesto scusa" - Live Sicilia

Processo Borsellino, le arringhe: |”Nessuno ha chiesto scusa”

Il legale di uno dei condannati in base alle dichiarazioni di Scarantino: "Nessuno ha detto abbiamo sbagliato".

Caltanissetta
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CALTANISSETTA – “Abbiamo sentito in questo processo una sfilza di magistrati e poliziotti. Ma nessuno è venuto a dire ‘scusateci, abbiamo sbagliato’, hanno tutti difeso il loro operato ed è questa la cosa che mi dà più fastidio. Avrebbero dovuto chiedere scusa agli imputati che si sono fatti ingiustamente e inutilmente anni di galera al 41 bis. Avrebbero dovuto chiedere scusa ai familiari delle vittime, che fino a oggi non hanno ottenuto la verità reale sui fatti, e avrebbero dovuto chiedere scusa al popolo italiano”. Lo ha detto l’avvocato Giuseppe Scozzola, iniziando la sua arringa come legale di parte civile di Gaetano Scotto nel quarto processo per la strage di via D’Amelio davanti alla Corte d’assise di Caltanissetta, soffermandosi sugli errori commessi nel corso delle prime indagini sull’attentato costato la vita a Paolo Borsellino e a cinque agenti della scorta. Per Scotto, dapprima condannato, pende processo di revisione a Catania. La revisione prende in esame altri sette condannati per la strage che pero’, secondo il pentito Gaspare Spatuzza, sarebbero innocenti.

“L’agenda rossa di Paolo Borsellino è scomparsa e non per mano di mafia. Di questo possiamo essere certi”, ha detto l’avvocato Rosalba Di Gregorio in chiusura della sua arringa come legale di parte civile di Gaetano Murana nel corso del quarto processo per la strage di via D’Amelio che si svolge a Caltanissetta. “Voglio ricordare – ha aggiunto Di Gregorio – solo l’intervista rilasciata all’Ansa dall’ex capo della Mobile di Palermo Arnaldo La Barbera il 24 luglio ’92, in cui dice che l’agenda rossa si era sciolta a causa della combustione. Si era sciolta solo quella, mentre tutto il resto era rimasto intero. E poi, nella stessa intervista, La Barbera la definisce un’agenda telefonica che non conteneva nulla di importante. Ma lui cosa ne sapeva?”. L’avvocato ha chiuso il suo intervento chiedendo il risarcimento danni per Gaetano Murana, condannato ingiustamente all’ergastolo nel processo “Borsellino bis” sulla base delle dichiarazioni dei falsi pentiti Vincenzo Scarantino, Francesco Andriotta e Calogero Pulci, ora imputati per calunnia. Di strage, per l’attentato del 19 luglio ’92, rispondono invece Salvo Madonia e Vittorio Tutino. Dopo Di Gregorio è toccato all’avvocato Giuseppe Scozzola, difensore di parte civile di Gaetano Scotto, un altro dei soggetti condannati ingiustamente nel “Borsellino bis” e per il quale è pendente il processo di revisione.

Sono parecchie le anomalie, secondo l’avvocato Rosalba Di Gregorio, sulla gestione del falso pentito Vincenzo Scarantino e degli altri ex collaboratori di giustizia Francesco Andriotta e Calogero Pulci durante le prime indagini sulla strage di via D’Amelio. Anomalie che la penalista palermitana ha sottolineato questa mattina durante la sua arringa nel processo “Borsellino quater” – in corso davanti alla Corte d’assise di Caltanissetta – come legale di parte civile di Gaetano Murana, uno degli imputati condannati ingiustamente nel secondo processo per l’eccidio del 19 luglio ’92 sulla base delle dichiarazioni degli stessi falsi pentiti ora accusati di calunnia. ”Nella sua requisitoria – ha detto Gregorio – la Procura ha parlato di depistaggio a più voci. Ma sono soltanto le voci dei tre balordi? Ci sono verbali che io definisco sospetti, con interrogatori di 8 o 9 ore senza pause. I pm Anna Palma e Nino Di Matteo ci hanno parlato di episodi in cui Scarantino si fermava per mangiare un panino e consumava il pasto davanti a loro, ma di queste pause nei verbali dovrebbe esserci traccia. Invece il poliziotto Salvatore Coltraro, che abbiamo sentito sul periodo che Scarantino passò in Liguria, ricorda che l’ex pentito usciva dalla stanza e faceva pause di oltre mezz’ora”


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