Acireale, l'udienza sull'assenteismo | Deposizioni e colpi di scena - Live Sicilia

Acireale, l’udienza sull’assenteismo | Deposizioni e colpi di scena

Davanti al gup Flavia Panzano, ci sono 18 imputati, per i quali il pm Pasquale Pacifico ha chiesto il rinvio a giudizio.

L'inchiesta
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ACIREALE. Il sindaco di Acireale Roberto Barbagallo sarebbe stato a conoscenza dell’inchiesta poi sfociata, nel febbraio dello scorso anno, nell’ordinanza di custodia cautelare a carico di 15 dipendenti del comune acese, accusati a vario titolo, insieme ad altri 47 indagati, di truffa ai danni di ente pubblico e falsa attestazione di presenza in servizio sul luogo di lavoro. Questo quanto emerso nel corso dell’udienza preliminare, in corso davanti al gup di Catania Flavia Panzano, a carico di 18 imputati, per i quali il pubblico ministero Pasquale Pacifico ha chiesto il rinvio a giudizio. Le altre 49 posizioni al momento sono state stralciate.

A dichiarare in aula che il primo cittadino sarebbe stato informato dell’attività investigativa in corso è stato Mario Primavera, uno degli imputati che, assistito dal difensore di fiducia Dario Fina, si è sottoposto, come già preannunciato, ad interrogatorio. L’imputato ha dichiarato al gup che il proprio ufficio si identificava nel torrente Platani, nella Timpa e in tutta la costa, che avrebbe avuto il compito di monitorare poiché zone a rischio idrogeologico. L’uomo ha detto di aver sempre svolto il proprio impiego e di aver chiesto ad una collega, solo per comodità, di timbrare il proprio badge, evitandogli così di raggiungere gli uffici di via Degli Ulivi e consentendogli, invece, di recarsi direttamente nei luoghi da monitorare. Sarebbe stato proprio l’uomo ad aver notato la presenza della telecamera installata nell’androne del palazzo comunale di via Degli Ulivi ed a metterla fuori uso. Il 60enne ha detto in aula di aver pensato che la microcamera fosse stata collocata da malintenzionati che volevano controllare i movimenti del sindaco Barbagallo, vittima poche settimane prima di alcuni atti intimidatori. A quel punto Primavera si sarebbe recato dal primo cittadino per informarlo della scoperta.

In quel momento, alla presenza anche del segretario comunale, così ha detto in aula l’imputato, Roberto Barbagallo avrebbe affermato che la telecamera era stata collocata dalle forze dell’ordine. Una versione smentita dal sindaco di Acireale, contattato telefonicamente. “Confermo che Mario Primavera è venuto a riferire a me ed al segretario comunale del ritrovamento della telecamera – dichiara Roberto Barbagallo a LiveSiciliaCatania – Ma smentisco di avergli mai detto che era stata collocata dalle forze dell’ordine. Gli ho invece detto di recarsi dal suo dirigente e di andare a denunciare l’episodio alle forze dell’ordine. Non so quale sia la strategia difensiva messa in atto da quest’uomo, ma quanto ha dichiarato è assolutamente falso. Sto valutando con il mio legale – conclude – di procedere nei suoi confronti”.

Alla richiesta di rinvio a giudizio del pubblico ministero si è associato anche Enzo Mellia, legale del Comune di Acireale. Il 31 gennaio proseguiranno le arringhe della difesa e si procederà anche alla discussione delle due posizioni ammesse al rito abbreviato: Mario Primavera e Teresa Giuseppina Messina, entrambi assistiti da Dario Fina.


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