"Paziente dimessa troppo presto" |Villa Sofia condannata a pagare - Live Sicilia

“Paziente dimessa troppo presto” |Villa Sofia condannata a pagare

L'ospedale Villa Sofia

Il giudice civile dà ragione a una donna di 84 anni.

PALERMO - LA SENTENZA
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PALERMO – L’azienda ospedaliera Villa Sofia-Cervello deve risarcire una paziente di 83 anni. Riceverà più di 84 mila euro: il tardivo inizio della riabilitazione post operatoria le ha provocato danni permanenti alla salute. Nella sentenza di condanna, emessa dal giudice Angelo Notaro della terza sezione civile del Tribunale, all’azienda ospedaliera viene contestato anche il mancato rispetto della procedura del consenso informato.

L'avvocato Emanuele Gualniera

La decisione arriva a dodici anni di distanza dall’ingresso della paziente nel reparto di Neurochirurgia. La donna, assistita dall’avvocato Emanuele Gualniera, era stata ricoverata nel 2005 perché soffriva di cefalee, vertigini e nausea. Fu così sottoposta a tre interventi chirurgici di stabilizzazione cervicale. Solo che la paziente iniziò a soffrire di disturbi della deglutizione e indebolimento della voce.

La condanna si basa sulla relazione di un perito secondo cui, “sembra potersi rilevare un qualche ritardo nell’inizio e ed una sospensione eccessivamente precoce dell’attività di rieducazione funzionale logopedica e di rieducazione della deglutizione, opportune e altamente indicate, che non furono eseguite per un tempo congruo a causa di una dimissione prematura: non risulta, in sostanza, siano state tempestivamente ed efficacemente iniziate né continuate per il tempo necessario le procedure di interesse otorino laringologico e foniatrico”. Non è detto che i problemi sarebbero stati superati, ma una rieducazione precoce e prolungata “avrebbero potuto quanto meno ritardare l’evoluzione del quadro clinico”.

Quanto al consenso informato, sottolinea il giudice, “pur rinvenendosi in atti tre moduli di consenso informato sottoscritti dalla paziente o da un suo familiare, detti moduli prospettano complicanze generiche e rischi specifici del trattamento diversi da quelli patiti dalla paziente”.

 


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