Le bombe e l'abbandono | Ma l'Arsenale è rinato - Live Sicilia

Le bombe e l’abbandono | Ma l’Arsenale è rinato

Tesori nascosti
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L’Arsenale della Real Marina o Marina Regia – conosciuto erroneamente come Arsenale borbonico – è un edificio centrale per la storia di Palermo che oggi si staglia austero, e un po’ dimenticato dalla cittadinanza, alla fine di via Cristoforo Colombo, accanto ai cantieri navali di Fincantieri, dopo gli imbarchi delle navi per Napoli e Genova e la grande villa dei marchesi De Gregorio. Iniziato nel 1621, la sua costruzione è strettamente legata alla realizzazione del Nuovo Molo di Palermo, chiamato anche “Muraglia d’argento”, per i costi esorbitanti della sua fabbricazione. Quest’ultima, opera imponente, iniziata dopo la vittoriosa battaglia di Lepanto e terminata nel 1590, fu uno dei primi porti moderni di fama Europea, edificato per sostituire quello più antico – e più piccolo – della Cala, oggi piazza Fonderia (il ruolo di arsenale fu sostituito con quello di fonderia per le artiglierie, detta Real Fonderia alla Cala).

Il sito per la costruzione del nuovo Arsenale, oggi nella strada parallela alla via dei Cantieri, costeggia l’entrata laterale del porto ed era nata come opera imponente, che doveva mostrarsi come simbolo dell’importanza della città ai visitatori che approdavano dal mare. Ideato come arsenale militare, per costruire flotte da guerra di grosso taglio, nei periodi di pace si trasformava in arsenale per la costruzione della flotta mercantile, e rispondeva ai dettami della Monarchia Spagnola che voleva rendere militarmente autosufficienti quei luoghi strategicamente più importanti del Regno di Spagna.

Il progetto fu affidato all’Architetto del Senato palermitano Mariano Smiriglio che realizzò, un edificio rettangolare classico di fattezze manieriste, con un piano sopraelevato per alloggio ufficiali e capitano regio – peculiarità dell’Arsenale palermitano – sopra il piano terra caratterizzato da una fila di sei archi a volta che aprivano direttamente nel cantiere dove venivano allestiste le galere lignee prima di essere varate. Oggi queste aperture sono chiuse, così come l’antico affaccio sul mare.

Il complesso fu terminato nel 1630 come attesta la lapide con l’iscrizione sulla facciata, sormontata dallo stemma degli Asburgo di Spagna per il Regno di Sicilia, a sinistra è affiancata dal blasone di famiglia del Vicerè Francisco Fernández de La Cueva duca di Alburquerque e a destra dall’emblema della città, con una piccola figura del Genio di Palermo (che normalmente può sfuggire ai visitatori) che corona l’insegna. L’arsenale fu attivo fino al 1797, quando una parte dell’edificio venne adibita per la custodia dei “forzati”, prigionieri condannati a remare sulle galere, in condizioni disumane, con catene alla caviglia. Questa funzione penitenziaria venne mantenuta per gran parte dell’Ottocento e, successivamente, divenne deposito di materiali quando l’attiguo Cantiere Navale fondato dai Florio riportò il porto di Palermo al centro di importanti scambi internazionali.

Fu durante i bombardamenti del 1943, concentrati in particolare sul porto, dove erano ormeggiate le navi da guerra, che l’Arsenale fu danneggiato pesantemente perdendo completamente la parte posteriore dell’edificio. Nel dopoguerra fu abbandonato fino al 1997 quando, attraverso una convenzione con le istituzioni, la gestione dell’Arsenale fu affidata ad un gruppo di cittadini volontari che, attraverso il comitato “Pro Arsenale”, presieduto da Pietro Maniscalco hanno iniziato delle attività di recupero degli spazi, allestendo un percorso espositivo con documenti, fotografie, manichini e modellini, tutto dedicato alla storia del rapporto di Palermo con il mare. Nei primi anni 2000 l’Arsenale è stato restaurato dalla Soprintendenza ai Beni culturali e ambientali di Palermo e, dal 2013, è gestito dalla Soprintendenza del Mare dell’Assessorato Regionale dei Beni Culturali e dell’Identità Siciliana che ha redatto un progetto già approvato per l’allestimento museale dell’edificio, soprattutto attraverso l’esposizione di reperti ritrovati grazie alle campagne di archeologia subacquea e supporti didattici multimediali. Secondo gli obbiettivi di Sebastiano Tusa, Soprintendente del Mare, “l’Arsenale deve diventare la casa della memoria marinara di questa città in un ambiente dove passato e presente convivano alimentati dalla vivacità dei suoni di una cantieristica che ha fatto grande questo luogo e che vogliamo riprenda il ruolo di entità trainante dell’innovazione tecnologica, del rinnovato valore del lavoro e dell’economia di Palermo felicissima”. Queste sono le parole che il Soprintendente Tusa ha utilizzato nella post-fazione del libro, “Il nuovo Museo del mare”, del Prof. Cesare Ajroldi e dell’Arch. Dario Cottone, presentato qualche settimana fa proprio all’Arsenale, che raccoglie il lavoro triennale di un Laboratorio di Progettazione Architettonica della Facoltà di Architettura di Palermo, intorno alla tematica attualissima del recupero del rapporto della città con il mare.

In attesa dell’allestimento museale dell’Arsenale, la Soprintendenza del Mare – l’unica in Italia – organizza visite guidate gratuite per chi è interessato a visitare l’edificio, dove sono attualmente in mostra alcuni reperti archeologici recuperati nei mari di Sicilia e dei modellini navali realizzati dal Maestro Giovanni Provenzano che raccontano la storia della navigazione in Sicilia, a cura dell’Associazione Museo del Mare e della navigazione Florio. Tra i modellini; il postale “Corriere Siciliano”, piroscafo d’avanguardia costruito nel 1851 dai cantieri Thompson di Glasgow, testimone dell’ascesa dei Florio come potentato economico e lo yacht “Aegusa”, sempre dei Florio, che affondò nel 1916 dopo aver colpito una mina vicino Malta.

Al piano terra dell’Arsenale, dal 26 novembre è aperto un piccolo “Museo della Subacquea”, gestito dall’Associazione Amici della Soprintendenza del Mare, presieduto da Franco Genchi. Diverse le attrezzature esposte che ripercorrono la storia degli ultimi trent’anni della subacquea, dalle attrezzature pionieristiche a quelle più moderne. Decine di fucili subacquei con molti pezzi unici, maschere, pinne, erogatori, strumenti, bombole, sistemi di trasmissione subacquea, videocamere, macchine fotografiche, scafandri da palombaro. L’Associazione organizza incontri, visite guidate per le scuole e altre attività come presentazioni di film e di libri, condotte da un gruppo di appassionati subacquei.

“Lavoriamo quotidianamente affinché questo luogo sia sempre più radicato nel territorio perché la cultura è un diritto ed è di tutti”, afferma l’Arch. Alessandra De Caro, Responsabile delle Attività di Divulgazione e Valorizzazione del Patrimonio Culturale Sommerso – Museo del Mare Arsenale della Marina Regia. In questi giorni l’ufficio della Soprintendenza del Mare è impegnato anche nella promozione delle attività legate alla mostra “Mirabilia Maris, tesori dai mari di Sicilia”, ospitata a Palazzo dei Normanni e dedicata alle testimonianze storico – archeologiche subacquee. Tra le iniziative: mercoledì 8 febbraio, alle ore 16, l’Arsenale ospita una conferenza dedicata alla “Storia e produzione del Cantiere Navale di Palermo” e riprendono le visite guidate, a cura della Soprintendenza, dentro i Cantieri Navali, in accordo con la Fincantieri di Palermo e la Fondazione Fincantieri.

Arsenale della Marina Regia, indirizzo: via dell’Arsenale 144. Ingresso: gratuito. Orari: lunedì, martedì e giovedì dalle ore 7,30 alle ore 17,30; mercoledì dalle ore 7,30 alle ore 19,30; venerdì dalle ore 7,30 alle ore 15,30. Sabato e domenica chiuso, se non ci sono eventi. Per prenotazioni visite guidate: sopmare.uo2@regione.sicilia.it 

 

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