Terremoto nella sanità, salta |l'appalto dei rifiuti speciali - Live Sicilia

Terremoto nella sanità, salta |l’appalto dei rifiuti speciali

Colpo di scena: il Cga dichiara illegittima la gara di bacino da 23milioni di euro. Pesante condanna per l'Asp. VIDEO

CATANIA – Il Cga blocca l’aggiudicazione della gara di bacino della Sicilia orientale per lo smaltimento di rifiuti speciali sanitari. L’asp di Catania è stata condannata a un risarcimento del danno che rischia di essere milionario.

Una maxi gara da 30milioni di euro che era stata affidata, secondo la ricostruzione dei giudici, a un’impresa che aveva come socio Alessandro Albano. L’imprenditore avrebbe omesso di dichiarare di essere stato sotto processo per truffa nell’appalto per lo smaltimento dei rifiuti sanitari di Messina, di aver ottenuto la prescrizione, ma di essere stato condannato al risarcimento del danno. Un particolare che adesso rischia di costare caro all’Azienda sanitaria provinciale di Catania che è stata condannata, a sua volta, a risarcire la Medieco, assistita dall’amministrativista Gaetano Tafuri.

LA GARA – Una gara aggiudicata tre anni fa alla Progetto Ecologia Srl di Alessandro Albano. “L’aggiudicatario – spiega a Livesicilia l’avvocato Tafuri – è incorso in gravi omissioni, la selezione era stata fatta male tanto che il giudice ha ritenuto che l’impresa avesse presentato dichiarazioni carenti. Nel curriculum dell’azienda – aggiunge Tafuri – vi erano delle macchie, tanto che l’affidabilità dell’impresa era compromessa e l’appalto non poteva essere aggiudicato”.

LE VERIFICHE – Il Cga scrive che “la società Progetto ecologia ha omesso di dichiarare che Alessandro Albano, che al tempo della dichiarazione era socio unico, aveva subìto una condanna risarcimento dei danni provocati all’Azienda Usp 5 di Messina in occasione dell’esecuzione di un procedente appalto di rifiuti ospedalieri pericolosi”. A causa di questa omissione, la stazione appaltante non ha potuto “verificare la rilevanza dei fatti in questione ai fini di stabilire se la ditta fosse affidabile, o dovesse essere esclusa dalla gara d’appalto”.

L’ACCUSA – Alessandro Albano si è aggiudicato l’appalto per lo smaltimento dei rifiuti sanitari dell’Asp Messina, impegnandosi a incenerire i rifiuti “insieme ai contenitori”. La distruzione dei contenitori dei rifiuti speciali veniva pesata e pagata. Secondo quanto accertato dai magistrati, l’imprenditore avrebbe “sottratto” i contenitori all’incenerimento, riutilizzandoli dopo aver li sanificati, e “ciononostante chiedeva e otteneva il corrispettivo della distruzione degli stessi”.

A questo si aggiunge, sempre per il reato di truffa, che per pesare i rifiuti sarebbero stati utilizzati degli strumenti “inidonei allo scopo”, che “facevano risultare un peso complessivo del rifiuto prelevato superiore a quello effettivo”.

L’OBIEZIONE – L’Asp di Catania ha sottolineato che Albano “non è mai stato definitivamente condannato in sede penale essendo sopraggiunta la prescrizione”, ma questo non basta, per il Cga: “Seppur è vero – si legge nella sentenza – che l’intervenuta prescrizione ha impedito la definitiva pronuncia della condanna penale per il reato in questione, non può essere comunque ignorato che la Corte d’Appello ha recepito le risultanze istruttorie alla quali era pervenuto il giudice di primo grado, confermando la condanna di albano al risarcimento dei danni provocati all’Amministrazione sanitaria e che così pure ha operato la Corte di Cassazione”. Su queste basi, il Cga ritiene che “la gravità deelle condotte e delle inadempienze” riferibili al socio unico di Progetto Ecologia “è rimasta scolpita nelle sentenze e costituisce un fatto accertato.

LA SENTENZA – Il Cga ha annullato il provvedimento di aggiudicazione dell’appalto dichiarando “inefficace” il contratto stipulato dall’Asp con la ditta Progetto Ecologia Srl. Su queste basi l’Asp è stata condannata “al risarcimento dei danni provocati dalla Medieco srl” per il mancato affidamento del servizio

INTERVIENE TAFURI – Gaetano Tafuri, legale della Medieco, è convinto che “la gara è stata un boomerang, sono state riscontrate irregolarità molto gravi che facevano capo a un giudizio arrivato in Cassazione, a carico di un’impresa già condannata al risarcimento del danno. Il giudice ha intimato alle aziende ospedaliere di revocare l’appalto e assegnarlo all’impresa che ha vinto il ricorso e offrire un risarcimento danni per il mancato guadagno. Purtroppo in questi casi paga sempre Pantalone, il servizio fatto è stato già pagato, non so cosa ci proporranno le aziende ospedaliere, noi non infieriremo, ci attendiamo però un risarcimento significativo e attendiamo che subito – conclude Tafuri – venga affidato l’appalto correttamente”


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