"Picciotti drogati e inaffidabili"| E il capomafia li mise alla porta - Live Sicilia

“Picciotti drogati e inaffidabili”| E il capomafia li mise alla porta

Il collaboratore di giustizia Giuseppe Tantillo

Il pentito Tantillo racconta di un summit fra i boss palermitani di Resuttana e Porta Nuova. Ecco chi fu allontanato.

PALERMO – Bisognava correre ai ripari. Richiamare all’ordine il reggente del mandamento di Resuttana e allontanare i picciotti della squadra del racket. Erano “drogati” e “facevano troppo rumore”.

Il pentito del Borgo Vecchio, Giuseppe Tantillo, racconta che toccò ad Alessandro D’Ambrogio, uomo forte della Cosa nostra palermitana tra il 2012 e il 2013, richiamare tutti all’ordine. Lo fece convocando il boss Giuseppe Fricano in un autolavaggio di via Gaetano Daita, nel centro di Palermo.

A sollevare la questione fu Gioacchino Intravaia, che a Fricano aveva conteso invano il potere: “Gioacchino Intravaia gli contestava il discorso che questo Fricano si teneva tutte queste persone che erano dei drogati, che andavano a chiedere il pizzo a chiunque e facevano troppo rumore. Tante persone si erano rivolte a Intravaia nel mandamento che faceva competenza Resuttana”.

Tantillo aggiunge i nomi di chi non era gradito: “Tonino Siragusa, Luigi Siragusa, Antonio Tarallo erano sotto le direttive di Giuseppe Fricano, insieme a Vincenzo Lucà”. I Siragusa e Lucà, lo scorso aprile, sono stati condannati nel blitz nato dall’operazione Apocalisse del giugno 2014. Tarallo, invece, è stato assolto e ora le dichiarazioni di Tantillo potrebbero complicare la sua posizione nel processo d’appello.

Fricano fu richiamato e l’incarico del pizzo momentaneamente affidato a Gregorio Palazzotto, anche lui finito in cella con l’accusa di avere retto le sorti del clan dell’Arenella assieme al cugino Domenico. Potevano contare su una parentela eccellente: “Gregorio Palazzotto si vantava, quando lui fu messo all’Arenella come responsabile, fu messo per conto del suocero, l’ex suocero Gaetano Fidanzati, in quanto lui non lo poteva toccare nessuno e che lui avrebbe gestito sempre la famiglia dell’Arenella”.

Gregorio Palazzotto avrebbe deciso di puntare su altri uomini del racket: “Per un periodo si è interessato Gregorio Palazzotto insieme Nicolò Di Maio, Giovanni il panda, Calogero Ventimiglia e Domenico”. Tantillo li definisce “elementi più idonei” a fare il lavoro sporco. Giovanni Vitale, soprannominato il panda, è stato arrestato la settimana scorsa dopo un breve periodo di latitanza.

Dopo l’incontro nell’autolavaggio “D’Ambrogio ha chiarito la posizione di Fricano – racconta Tantillo – confermando che tutti dovevano portargli rispetto quale reggente del mandamento di Resuttana. In seguito Fricano cambiò squadra con ragazzi ritenuti migliori”. Quella di Fricano sarebbe stata, però, una fiducia a termine. D’altra parte in tanti avevano storto il naso che per comandare a Resuttana fosse stato scelto uno come lui senza radici nel quartiere. Non erano stati i Madonia a sceglierlo come da tradizione. Fricano era stato voluto da D’Ambrogio anche per via della sua parentela con il capomafia di Porta Nuova, Pippo Calò, a cui aveva il compito di fare mancare il denaro che serviva per i familiari del boss ergastolano. Alla fine Fricano, insospettabile meccanico di via Libertà, dovette farsi da parte. Troppe lamentele sul suo conto e una macchia: nella sua autofficina transitavano per le riparazioni anche le macchine degli “sbirri”.

 


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