Acireale, i "furbetti" del cartellino |Le richieste di pena dell'accusa - Live Sicilia

Acireale, i “furbetti” del cartellino |Le richieste di pena dell’accusa

Tutti i particolari del caso che ha sconvolto il Comune.

 

il processo abbreviato
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CATANIA. Sarebbe lampante per il pubblico ministero Pasquale Pacifico la condotta fraudolenta tenuta da Mario Primavera e da Teresa Messina, imputati per truffa ai danni di ente pubblico e falsa attestazione di presenza in servizio sul luogo di lavoro, nell’ambito del processo con rito abbreviato per assenteismo al Comune di Acireale. Al termine della requisitoria il pm ha chiesto al gup Flavia Panzano una condanna a 3 anni per Primavera e a 2 anni e 8 mesi per Messina. Una richiesta a cui si è associato anche Enzo Mellia, legale dell’ente, costituitosi parte civile.

Non così per il difensore di fiducia dei due imputati, Dario Fina, per il quale gli elementi in mano alla Procura non sarebbero idonei a giustificare una sentenza di condanna. A supporto dell’accusa, ha detto in aula il legale, ci sarebbero solo alcune immagini immortalate nei pochi giorni di riprese, da cui si evincerebbe l’assenza sul luogo di lavoro di Mario Primavera e il passaggio del badge del dipendente da parte della collega Teresa Messina. Ci sarebbero, invece, a sostegno della tesi difensiva, ben due disposizioni di servizio che assegnerebbero al dipendente Mario Primavera il ruolo di vigilanza dei torrenti e della Timpa. Come dichiarato in aula dallo stesso imputato, il periodo oggetto dell’inchiesta sarebbe stato particolarmente critico dal punto di vista del rischio idrogeologico e quindi l’uomo sarebbe stato particolarmente impegnato nelle immediate vicinanze del torrente Anzalone. Due testimoni avrebbero dichiarato, inoltre, di averlo visto lì in quei giorni. Il proprio assistito, ha proseguito Dario Fina, abiterebbe proprio nei pressi del torrente e sarebbe stato per lui antieconomico, quindi, recarsi prima in via Degli Ulivi a timbrare il cartellino.

Il legale ha poi sottolineato l’assenza di prove di un qualsiasi patto criminoso tra i propri assistiti. Chiesta, infine, l’assoluzione perché il fatto non sussiste. Il 14 febbraio prevista la sentenza del Gup. Intanto si sono concluse anche le discussioni della difesa nell’ambito dell’udienza preliminare. Nella prossima udienza il giudice deciderà anche sulla richiesta di rinvio a giudizio per gli altri 13 imputati.

 


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