"Vieni, ti faccio guidare lo scooter" | Poi abusava dei bambini - Live Sicilia

“Vieni, ti faccio guidare lo scooter” | Poi abusava dei bambini

L'arresto del presunto pedofilo. I particolari raccapriccianti.

RAGUSA – “Vieni, ti faccio guidare lo scooter”, “Ti porto a fare un giro con me”. Adescava così, promettendo anche ricariche telefoniche e piccole somme di denaro, le sue piccole vittime un presunto pedofilo ‘seriale’ che avrebbe abusato di almeno sei bambini a Ragusa. Alcuni di loro avevano anche meno di dieci anni, e sarebbero stati oggetto della sue torbide attenzioni per alcuni anni. L’uomo è stato fermato dalla squadra mobile di Ragusa che aveva avviato indagini su di lui e che aveva scoperto un suo progetto imminente: portare con sé il figlio di una sua parente in un luogo segreto dove vivere insieme, sottraendolo alla sua famiglia. Il provvedimento è stato emesso dal sostituto procuratore Marco Rota e poi convalidato dal Gip, che ha trasmesso gli atti, per competenza sul reato, alla Procura Distrettuale di Catania. L’uomo è indagato per adescamento di minorenne e violenza sessuale, aggravata dall’aver commesso i fatti ai danni di minorenni di anni 10 e dal vincolo di parentela. L’indagato è in carcere, in una sezione specializzata, in custodia cautelare. A dare il via alle indagini è stato un quindicenne, avvicinato dall’uomo in una villa comunale, e che ha segnalato l’accaduto alla polizia di Stato. Dagli accertamenti è emersa “l’ossessione dell’uomo verso i bambini”, che adescava offrendo loro giri sulla moto, particolare che ha dato il nome all’operazione: “scooter”. La squadra mobile ha messo sotto stretta sorveglianza il sospettato, anche con pedinamenti e intercettazioni, ed è così emerso che erano sei le vittime delle sue attenzioni: tutti minorenni, alcuni avevano meno di 10 anni. Sentiti, in sede di incidente probatorio, assistiti da una psicologa, hanno confermato le accuse, parlando di abusi subiti per anni. L’adescamento, ha ricostruito la squadra mobile, avveniva soprattutto vicino a scuole e nei luoghi di ritrovo delle potenziali vittime. Molti bambini avevano capito le sue reali intenzioni e non gli permettevano di avvicinarsi, ma c’era chi cedeva alla sua proposta di fare un giro sul suo scooter. Ad alcuni ragazzini, per sollecitarli, regalava ricariche telefoniche e piccole somme di denaro. Sullo scooter, poi, iniziava a palpeggiare i bambini e con quelli emotivamente più fragili andava oltre. (ANSA).

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