Basile e il figlio non riconosciuto| Cade l'ipotesi di corruzione - Live Sicilia

Basile e il figlio non riconosciuto| Cade l’ipotesi di corruzione

Rosario Basile

Si tratta di uno dei reati contestati al patron di Ksm, che si è dimesso dagli incarichi.

PALERMO – Rosario Basile non ha commesso alcuna corruzione. Lo ha stabilito la Corte di Cassazione che ha respinto, dichiarandolo inammissibile, il ricorso del pubblico ministero contro l’ordinanza con cui il Tribunale di Palermo aveva annullato la misura cautelare per istigazione alla corruzione. La vicenda è la stessa che vede Basile indagato per violenza e minaccia nei confronti di una dipendente dalla quale ha avuto un figlio che il patron di Ksm non avrebbe voluto riconoscere. Pochi giorni fa la Procura ha chiuso l’inchiesta e si appresta a chiedere il rinvio a giudizio per Basile e gli altri indagati.

“Nessun indizio c’è a carico di Basile il quale è stato perciò totalmente prosciolto dalla Cassazione per il reato più infamante del quale era stato accusato dalla Procura di Palermo” dice adesso l’avvocato Antonio Ingroia, che insieme a Nino Caleca e Francesca Russo difende l’ex presidente della Ksm e che ieri ha rappresentato le ragioni di Basile in Cassazione assieme all’avvocato Fabio Lattanzi.

“Finalmente il primo riconoscimento della totale innocenza di Rosario Basile, che proviene da una fonte più che autorevole come la Corte di Cassazione – prosegue l’x pm antimafia -. Ci auguriamo ora che di fronte ad una pronuncia così chiara e netta, la Procura di Palermo si renda conto del grave errore commesso e torni sui suoi passi, chiedendo scusa a Rosario Basile e riconoscendogli il ruolo che gli compete in questa triste vicenda: la vittima e non certo l’imputato da processare a tutti i costi. In ogni caso – conclude Ingroia – siamo certi che la Procura di Palermo non potrà che prendere atto di ciò che la legge prevede e, cioè, l’impossibilità di chiedere il rinvio a giudizio degli indagati (nel caso di specie Rosario Basile) per i reati per i quali la Cassazione ha deciso definitivamente non sussistere gravi indizi di colpevolezza”.

Ingroia parla di “riconoscimento della totale innocenza di Basile” ma in realtà la vicenda giudiziaria è molto più ampia. Non c’è solo, infatti, la presunta istigazione alla corruzione contestata a Basile, e ora annullata dalla Cassazione, perché avrebbe assoldato un carabiniere per “spiare” la sua ex dipendente licenziata. In cambio avrebbe offerto al militare un soggiorno in albergo. Restano in piedi le presunte minacce e le violenze che l’imprenditore avrebbe commesso nei confronti della donna.

Soddisfazione per l’esito della sentenza della Cassazione arriva dal gruppo Ksm.


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