Caso Saguto, inchiesta bis |Il marito lavorava "al telefono" - Live Sicilia

Caso Saguto, inchiesta bis |Il marito lavorava “al telefono”

Silvana Saguto

Stralciate dall'indagine le consulenze che Cappellano Seminara assegnava all'ingegnere Caramma.

AMMINISTRAZIONI GIUDIZIARIE
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PALERMO – Chiusa la prima indagine sullo scandalo Saguto, i pm restano al lavoro. C’è un’inchiesta bis sulla gestione dei beni confiscati alla mafia da parte dell’ex collegio della Sezione misure di prevenzione del Tribunale di Palermo.

Non tutto è stato chiarito, a cominciare da alcune ipotesi di reato stralciate dall’avviso di conclusione notificato la settimana scorsa a Silvana Saguto e agli altri diciannove indagati fra giudici, parenti dell’ex presidente, consulenti e amministratori giudiziari.

Merita un approfondimento, ad esempio, l’aumento del compenso che l’avvocato e amministratore giudiziario Gaetano Cappellano Seminara chiese e ottenne per il marito di Saguto, l’ingegnere Lorenzo Caramma, consulente nella procedura delle cave Consoma, Orima, Valle Rena, Buttitta, Giardinello. Nel 2012, il giudice delegato Fabio Licata, che in questa circostanza sarebbe stato raggirato, diede il via libera all’aumento da 4 mila a 6 mila euro a bimestre.

Cappellano Seminara avrebbe attestato “contrariamente al vero” che vi era stato un incremento dei mezzi utilizzati. Di conseguenza erano cresciute le responsabilità e il lavoro di Caramma, che era coadiutore tecnico, costretto ad una “presenza costante” nelle imprese. Ed ancora, lo stesso Caramma si sarebbe occupato anche di reperire sul mercato i pezzi di ricambio per i macchinari al prezzo più vantaggioso. Tutto falso, secondo il pm Cristiana Lucchini, perché “Caramma si recava presso le singole imprese circa una volta alla settimana per non più di un’ora e talvolta ometteva persino di adempiere a questo minimo impegno, sostituendo la visita con una telefonata”. Alla fine, Caramma avrebbe ottenuto in un triennio 36 mila euro che non gli sarebbero spettati. Questo è solo uno dei tanti capitoli investigativi ancora aperti su cui indagano i finanzieri del Nucleo di polizia tributaria di Palermo.

Finora hanno ricevuto l’avviso di conclusione delle indagini in venti: Silvana Saguto, Lorenzo Caramma, Gaetano Cappellano Seminara, Carmelo Provenzano, Roberto Nicola Santangelo, Tommaso Virga, Walter Virga, Emanuele Caramma, Vittorio Pietro Saguto, Roberto Di Maria, Maria Ingrao, Calogera Manta, Rosolino Nasca, Luca Nivarra, Francesca Cannizzo, Fabio Licata, Lorenzo Chiaramonte, Aulo Gigante, Antonino Ticali, Elio Grimaldi. L’inchiesta, coordinata dal procuratore Amedeo Bertone, però si concentra ancora su tante altre amministrazioni giudiziarie. Sarebbe una quarantina quelle passate al setaccio.

 


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