Dopo la firma Crocetta ci ripensa |"Revocare decreto di accorpamento" - Live Sicilia

Dopo la firma Crocetta ci ripensa |”Revocare decreto di accorpamento”

Il governatore scrive direttamente al MiSe. Intanto Tar rigetta la sospensione della fusione.

Camera del Sud Est
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Lettera di Crocetta al Mise

CATANIA – Revocare il decreto di accorpamento delle Camere di Commercio di Catania, Siracusa e Ragusa. L’argomento in auge da 18 mesi torna a far parlare di sé a sei giorni dall’insediamento del Consiglio della Super Camera del Sud Est. Inizia con “Illustre Ministro” la lettera inviata – senza alcun apparente rispetto per il galateo istituzionale –  dal presidente della Regione Siciliana Rosario Crocetta al Mise e quindi a Carlo Calenda. L’oggetto della lettera, anteposto a un destinatario senza nome e cognome, è solo l’aspetto più evidente di un contenuto che definire istrionico è riduttivo.

Ed è così che si torna a parlare, ancora una volta, dell’accorpamento delle Camere di Commercio di Catania, Siracusa e Ragusa che viene, non solo messo – di nuovo – in discussione, ma addirittura proposto per la revoca dallo stesso Crocetta. Va da sé che non è facile comprendere come possa il presidente della Regione revocare un decreto di accorpamento fatto dal Ministero, eppure questo recita una parte del virgolettato: “È intendimento dello scrivente accogliere le istanze del territorio di Siracusa e procedere alla revoca del decreto di accorpamento delle camere in oggetto indicate”.

Ma di farraginoso non c’è solo questo. Tutta la lettera è abbastanza confusa in quasi tutte le 21 righe vergate così in fretta dal Governatore che potrebbe persino aver saltato il visto del segretario generale. Ma perché questa fretta? Crocetta a cosa mira? Davvero pensa di poter revocare lui un decreto del ministero? Non è che questa lettera gli serve per mandare un assist a qualcuno o a qualcosa in attesa delle nuove elezioni? E se a pensar male si fa peccato ma non si sbaglia mai, come mai questa lettera è così vicina al giorno (17 febbraio) in cui il governatore presenterà il suo nuovo movimento politico?

Che il peso politico specifico sia irrilevante è da escludere. Sono troppi i concetti buttati lì come se, in tutta questa vicenda, non ci fosse un ieri. E questo “ieri” non solo c’è ma lo conosce persino il Governatore che cita, con tanto di data e numero di protocollo, il parere che il Mise ha inviato a fine giugno per sottolineare, specificare, determinare che la volontà espressa dalla Camera di Commercio di voler uscire dall’accorpamento già sancito è impossibile. Peggio che se fosse un matrimonio, per sciogliere l’accorpamento, benedetto dal decreto del MiSE del 28 settembre 2015, bisognerebbe che le tre Camere votassero per una separazione consensuale. Su questo si esprimerebbe poi il ministero che avrebbe l’onore e l’onore di convocare la conferenza Stato-Regione. A sua volta la Regione dovrebbe, poi, dare il proprio assenso. Solo a quel punto l’accorpamento sarebbe un vago ricordo e Siracusa riacquisterebbe l’agognata autonomia a cui anela da giugno 2016. Insomma, il percorso di divorzio è lungo e complesso e, soprattutto, è in mano al MISE. C’è poco da fare. E Crocetta lo sa. Lo sa benissimo. Ed è in questa consapevolezza che trova spazio la parte più ironica di questo scritto. Nelle ultime due righe il governatore scrive: “Pertanto, si chiede un incontro con la S.V. Per definire sinergicamente, nell’ambito delle rispettive competenze, le procedure consequenziali”. A volerlo tradurre si potrebbe dire Caro ministro, non fare nulla. Prima vediamoci.

Al di là del significato politico o elettorale, questa lettera, inviata alla fine della scorsa settimana, non modifica la convocazione del nuovo Consiglio Camerale previsto per le 10.30 del mattino del 14 febbraio. E se fino a stamattina aleggiava qualche dubbio nell’aria in merito all’insediamento, con la decisione presa dal Tar anche questo è stato fugato. Stamattina infatti, il Tar si doveva riunione in camera di consiglio per decidere se accogliere o meno la richiesta di sospensiva cautelare (questa dovrebbe essere la terza) presentata dalla cordata di Confindustria in merito alla legittimità della procedura. Il Tar ha, però, ritenuto che non ci fossero i motivi di danno imminente, ha rigettato la richiesta di sospensiva cautelare e ha rinviato il giudizio di merito al 25 maggio 2017. Sembra proprio che la SuperCamera del Sud Est si farà.

 


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