AGRIGENTO – La vittoria contro il Catania rimarrà per sempre nel cuore dei tifosi agrigentini che ieri hanno riempito in massa lo stadio Esseneto, come mai si era visto in stagione. Di Napoli coglie così sei punti contro gli etnei, impresa mai riuscita ad un allenatore sulla panchina del Gigante, e ritorna a vincere tra le mura amiche dopo troppo tempo. Negli occhi del mister biancazzurro, a fine gara, c’è ancora la determinazione avuta per tutta la settimana in vista della gara: “Questa vittoria è voluta e meritata da questi ragazzi che ci mettono cuore e intensità durante la settimana – ha spiegato il mister a fine gara – due settimane fa anche con il Fondi eravamo piaciuti, questo significa che siamo in crescita e che continuiamo a migliorare. Io – continua Di Napoli – oggi sono ancora più orgoglioso di allenare l’Akragas”.
Lello Di Napoli batte il Catania e fa sparire la nostalgia di Pino Rigoli. L’elogio dell’allenatore è comunque allo spirito di gruppo avuto dalla sua squadra, cattiva e determinata per compiere l’impresa: “Avevo chiesto ai ragazzi di fare qualcosa di straordinario ed oggi non ho davvero parole pe questo gruppo – dice Di Napoli subito dopo il match – sono contento per come lottano e come si impegnano, per questo motivo io mi prendo il merito di aver impartito loro la voglia di lavorare. Oggi ho visto idee, voglia di lavorare, ho visto una squadra che non ha concesso nulla dietro, ho visto una mentalità di squadra e di gruppo. Questa partita oltre a darci i tre punti, aumenta l’autostima di questi ragazzi perché loro devono credere in questo percorso. I nuovi giocatori sono venuti per dare umiltà e sacrificio. Stiamo diventando squadra ed è questo quello che voglio; sono contento per il mio staff, per il pubblico al quale abbiamo regalato una grande gioia, una soddisfazione”.
Il mister si sofferma anche sui rigori, a suo dire inesistenti, e sulla molla che ha fatto cambiare l’esito alla gara, ovvero lo spostamento di Pezzella (autore dello strepitoso gol del pareggio) e l’inserimento di Klaric, alla sua prima vera gara.
