PALERMO – Gli studenti degli Istituti Comprensivi Maredolce e Mattarella-Bonagia si sono dati appuntamento in via Del Castoro per ricordare un “Giusto tra le Nazioni” quale è stato Calogero Marrone. Nativo di Favara e Capo dell’Ufficio Anagrafe del Comune di Varese, quest’ultimo durante l’occupazione nazista rilasciò innumerevoli documenti di identità falsi a ebrei e anti-fascisti, salvandoli così dalle persecuzioni, e quindi da morte certa. Tuttavia, a seguito di una segnalazione anonima, Marrone viene imprigionato a Dachau, in un campo di concentramento – il primo nella storia del Nazismo – dove vi morì il 17 febbraio 1945.
A rendere omaggio alla figura di Calogero Marrone erano presenti anche i dirigenti scolastici, Vito Pecoraro e Vincenza Muratore, nonché i rappresentanti cittadini dell’Associazione Nazionali Partigiani e di Scorta Civica, il docente della scuola media Odoardo Focherini di Carpi, Giuseppe Bellodi, e infine Angelo Mannina, il parroco della chiesa Maria SS. di Pompei; insieme, con una marcia garbata e accompagnata da canti, hanno raggiunto via Calogero Marrone, strada che da tempo versava in uno stato di degrado e abbandono e che è stata ripulita per l’occasione. Qui hanno dato vita a un vero e proprio flash mob. La manifestazione vuole anche essere un invito al sostegno e alla coltivazione di valori come la memoria, la cultura e la legalità. Alla cerimonia sono inoltre intervenuti i sindaci di Favara e Palermo, Anna Alba e Leoluca Orlando, il quale ha voluto ringraziare le scuole di Bonagia, “protagoniste di questa bellissima manifestazione, coinvolgendo tantissime ragazze e ragazzi, nel ricordo del siciliano Calogero Marrone, eroe di ieri e testimone di domani che ha salvato la vita a centinaia di ebrei sottraendoli agli aguzzini fascisti e nazisti. Ricordare Calogero Marrone significa ricordare i valori della libertà, la lotta di resistenza e di liberazione che ha caratterizzato la parte migliore del nostro paese e se oggi siamo qui lo dobbiamo anche a figure come la sua che hanno sacrificato la vita in nome della libera convivenza. Storie come questa devono continuare a tenere alta l’attenzione perché sotto altre forme non si possa presentare oggi razzismo e dittatura”.
