Lo splendido Palazzo Alliata | nel cuore di Palermo FOTO - Live Sicilia

Lo splendido Palazzo Alliata | nel cuore di Palermo FOTO

La bellezza a piazza Bologni.

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Un tempo chiamata “platea Aragona”, perché aperta nel 1566 al tempo di Don Carlo D’Aragona Tagliavia, principe di Castelvetrano e Capitano del Regno (poi anche Viceré), piazza Bologni divenne il palcoscenico barocco nel cuore della città di Palermo, teatro scenografico di grandi parate e straordinarie architetture effimere. Su questa piazza, luogo simbolo della città, dove si affacciavano gli edifici espressione del potere del clero e della nobiltà, Aloisio da Bologna costruì la sua “casa grande” – da cui il toponimo – una dimora ampliata nei secoli che oggi definisce il fronte occidentale dello slargo rettangolare, nota come Palazzo Alliata di Villafranca, dal nome degli ultimi proprietari.

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I Bologna arrivarono a Palermo all’inizio del XIV secolo con Vannino Beccadelli, chiamato successivamente “di Bologna”, dal nome della città d’origine. Personaggi illustri, i Bologna detennero per decenni le più importanti cariche pubbliche, militari e civili del Regno. Noti esponenti di questa famiglia furono il poeta e letterato Antonio Beccadelli, noto come il Panormita – ricordato da una targa marmorea dietro piazza Bologni, alla fine della Salita Raffadali – e l’arcivescovo Simone di Bologna al cui nome è legato il rifacimento del piano della Cattedrale e la costruzione del Palazzo Arcivescovile, sul cui portale campeggia ancora lo stemma dei Bologna.  Con il figlio di Aloisio, si estinse la linea maschile della famiglia e, nel 1640, Francesco Alliata e Lanza, terzo Principe di Villafranca e Duca di Salaparuta, acquistò il cinquecentesco palazzo dei Bologna insieme alle case limitrofe, con l’ambizione di ampliare l’edificio. Nel 1751, in seguito ai danni causati dal terremoto, la famiglia Alliata promosse un’importante opera di restauro e ri-decorazione che impegnò alcune delle maestranze più importanti del Settecento siciliano, sotto la direzione di Giovan Battista Vaccarini, coadiuvato dagli architetti Giovan Battista Cascione e Francesco Ferrigno. Il pittore Gaspare Serenario, cognato del Vaccarini, curò la decorazione a fresco dei tre saloni con un ciclo pittorico a soggetto apologetico dedicato alla Gloria del Principe Alliata e La principessa ammira il Tempio della Gloria, purtroppo andati perduti in seguito agli eventi bellici dell’ultima guerra.

Furono coinvolti anche stuccatori di scuola serpottiana (probabilmente Procopio Serpotta, figlio del più celebre Giacomo) e l’imponente facciata – che oggi avrebbe bisogno di restauro – presenta i due grandi stemmi in stucco della famiglia Alliata, attribuiti a Giacomo Serpotta. Fra Otto e Novecento, alcuni degli ambienti della magione furono decorati secondo lo stile “eclettico” del periodo, tra cui lo scalone d’accesso al piano nobile e le vetrate istoriate attribuite a Pietro Bevilacqua (1929). Nel 1984, la Principessa Rosaria Correale di Santacroce donò il Palazzo al Seminario Arcivescovile di Palermo che lo ha conservato e, negli ultimi anni, lo ha voluto restituire alla fruizione del pubblico.

Il Palazzo ospita una collezione d’arte di notevole pregio storico ed artistico, tra cui la celebre Crocifissione (1624) di Antoon Van Dyck, esposta nel salottino barocco. Esso conserva ancora il suo raffinato aspetto settecentesco poiché fu ristrutturato da donna Vittoria San Martino in epoca recente. In questa occasione fu ripristinata la tappezzeria in damascato verde a motivi floreali (purtroppo andata perduta negli altri due grandi saloni attigui). Il soffitto conserva l’unico affresco superstite del ciclo di Gaspare Serenario con la raffigurazione di San Dazio presentato alla Vergine. Il salottino è arredato da consolles dorate, candelabri in vetro di murano del ‘700, due grandi orologi di produzione parigina e splendide specchiere in stile rococò. Occasionalmente la stanza fungeva anche da cappella privata e ciò spiegherebbe anche la presenza al suo interno della tela a soggetto religioso dipinta dal famoso artista fiammingo durante il suo soggiorno palermitano, prima di fuggire dalla città a causa della peste.

Il grande “Salone del principe” prende il nome dalla presenza di un grande ritratto del nobile Fabrizio Alliata Colonna, realizzato alla fine del XVIII secolo. All’interno della sala si conservano poltrone in stile Luigi XIV dorate a mecca e incise con il simbolo della famiglia Alliata. In questo salone oggi si trovano i due grandi quadri di Mathias Stom, La lapidazione di Santo Stefano e Il tributo della moneta (1639-40).  Noto anche come Stomer, il pittore fiammingo visse a Palermo dalla fine degli anni Trenta del Seicento, dove probabilmente un esponente della famiglia Alliata gli commissionò i due dipinti. Entrambi i soggetti delle tele sono legati a esigenze celebrative del casato: “La lapidazione” potrebbe alludere alla discendenza dalla gens Allia, come ha scritto Angheli Zalapì nel suo studio sulle due opere, mentre “Il tributo della moneta”, ispirato a un passo del Vangelo di Matteo, farebbe riferimento alla fondazione delle terre di Villafranca. Infatti, quando gli Alliata entrarono in possesso dei territori del feudo Triocala – vicino Agrigento – presero in carico l’onere di pagare le tasse per 10 anni al posto degli abitanti del luogo (in aperta polemica con le gravose imposizioni tributarie della corona spagnola) e, a perenne ricordo di questo generoso atto di liberalità, chiesero e ottennero dal Re di mutare il nome del feudo in “Villafranca”, città esentasse.

È da sottolineare ai visitatori la recente riapertura al pubblico della “stanza del fumo”, interamente rivestita in cuoio pirografato e dorato, realizzata attorno alla metà del Novecento per volontà di Enrico Alliata e della moglie Sonia Ortuzar, come testimoniato dagli stemmi impressi nel cuoio. Questo fumoir, arredato in stile impero, è uno tra i più grandi e preziosi in Sicilia, insieme al Salottino in cuoio di Palazzo Mirto. Un’altra sala aperta da poco è quella che originariamente era un’antica alcova destinata al primogenito dei Principi Alliata, ma in anni recenti venne risistemata per accogliere una piccola ed accogliente Sala del Té. La stanza conserva ancora l’originario lampasso giallo alle pareti lavorato con fili d’oro e d’argento prodotto dalle filande di casa Alliata (i principi di Villafranca furono i promotori di una moderna industria tessile nell’isola), ma al posto della alcova è stata ricavata un’elegante vetrina con specchi laterali. Le porte e i sovrapporta sono in stile Luigi XIV, mentre si conserva il piccolo lampadario in vetro di Murano databile alla fine del ‘700.

Dal febbraio 2015, l’Associazione “Palazzo Alliata di Villafranca ONLUS” gestisce e promuove lo sviluppo delle attività culturali legate al Palazzo ed è con queste finalità che si è raggiunto un accordo di collaborazione con gli antiquari Palermitani, presenti a Palazzo con un piccolo spazio espositivo. Il presidente dell’associazione ASAMAS, l’antiquario Palermitano Stefano Tortorici, come primo gesto di rilancio del Palazzo si è occupato del riordino espositivo, offrendo un nuovo allestimento museale delle sale e mettendo in mostra i manufatti preziosi della collezione, rispettando gli stili dei mobili, degli oggetti e dei quadri.

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Palazzo Alliata di Villafranca (piazza Bologni, 18) è aperto al pubblico da gennaio a marzo, tutte le domeniche, dalle ore 10:30 alle 17:00, e da aprile a dicembre dal venerdì al lunedì, dalle ore 10:00 alle 17:30. L’ingresso ha un costo di 4€ a persona. Per prenotazioni e informazioni è possibile contattare il 3240715043.

 

 

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