Il libro mastro della droga allo Zen| Una donna curava la contabilità - Live Sicilia

Il libro mastro della droga allo Zen| Una donna curava la contabilità

Nomi, dosi vendute, prezzi. Elena Billeci, 40 anni, avrebbe tenuto i conti dei pusher. LE FOTO

PALERMO, OPERAZIONE TESEO
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PALERMO – Un supermarket a cielo aperto e sempre operativo, con pusher in azione giorno e notte anche a pochi metri dalla scuola dello Zen 2. La via Pensabene, con le sue strade larghe e le “vedette” munite di binocolo che circondavano i padiglioni, era diventata il regno della droga. Chi cercava marijuana, hashish e cocaina, sapeva che 24 ore su 24 bastava recarsi lì, tra le vie Agesia di Siracusa e via Rocky Marciano, per trovare uno spacciatore sempre disponibile.

Un business di almeno duemila euro al giorno, quello della rete di pusher sgominata oggi dai carabinieri della compagnia di San Lorenzo con l’operazione Teseo: l’hashish veniva venduto in stecche da cinque e dieci euro, la marijuana a quindici-venti euro a confezione, la cocaina dai venti ai quaranta euro. Ogni cento o duecento euro, gli spacciatori mettevano il denaro al sicuro, per evitare, in caso dell’arrivo delle forze dell’ordine, che venisse sequestrato.

Alla “contabilità” ci pensava una donna, Elena Billeci, quarant’anni. E’ la moglie di Massimiliano Zarcone, anche lui finito in arresto insieme al figlio Antonino. Secondo quanto accertato dagli investigatori, si sarebbe occupata di gestire i guadagni dell’associazione, compilando un vero e proprio libro mastro dello spaccio con ogni dettaglio. Nomi dei pusher, turni coperti durante l’arco della giornata, dosi vendute e soldi guadagnati, con tanto di “entrate” e di “uscite” per massimizzare i ricavi.

Antonino Mazza, Massimiliano Zarcone e Salvatore Bonura sarebbero stati i promotori dell’organizzazione. Referenti per i pusher, sono stati spesso intercettati dalle microspie dei carabinieri mentre cercavano di risolvere problemi che riguardavano proprio la contabilità. Avrebbero parlato di una persona “di fiducia”, che avrebbe presto aggiornato i registri con alcune somme precedentemente non considerate. E’ il caso di una conversazione registrata davanti all’abitazione di Zarcone e Billeci. Il primo rassicura Salvatore Catanzaro, anche lui arrestato nel blitz.

CATANZARO: Avevo ragione!
ZARCONE: che c’è?!
CATANZARO: i centosettantacinque euro non abbiamo scritto
ZARCONE: eeh… dieci ventine (dosi di cocaina, ndr)
CATANZARO: e sono cinque mezzi, erano trentotto, per
come avevi detto tu
ZARCONE: quelli dei mezzi sono?
CATANZARO: see! Per questo incomprensibile…
ZARCONE: e fattene cancellare cinque!

Il ruolo di Elena Billeci si sarebbe delineato ancora di più dopo l’incontro con il marito e Antonino Mazza, avvenuto nei pressi del garage di Salvatore Bonura, dove parte della droga sarebbe stata conservata in attesa della suddivisione in dosi e dello spaccio.

MAZZA: io scrissi due e settanta, quante sono?
ZARCONE: sono i ventisette ventini. Comunque, ora vediamo. Io glielo dico a Nutella (Salvatore Catanzaro, ndr) e vediamo.
BILLECI: Vabbè, amunì con Nutella parliamo. Amunì!
MAZZA: Comunque, io, questa giornata ti dissi a te… Ti rissi a tia…
BILLECI: non ho scritto niente!
MAZZA: io ti ho detto a te: “oggi mancano cinque mezzini”, ma quella comunque non è scrittura mia.

Libri contabili che hanno svelato una vera e propria impresa familiare, che si occupava di valutare la qualità della droga acquistata e di eventuali rimborsi da chiedere ai fornitori. Le esigenze dei clienti, infatti avevano la priorità, al punto da accettare, in cambio di una dose di droga, un maglione appena acquistato. Una forma di baratto che avrebbe garantito al pusher di turno di non perdere nemmeno un acquirente. Nel corso dell’indagine  i consumatori segnalati alla Prefettura sono stati ventinove.

 


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