Una felpa in cambio della droga| I pusher dello Zen e il "baratto" - Live Sicilia

Una felpa in cambio della droga| I pusher dello Zen e il “baratto”

Un frame delle video intercettazioni dei carabinieri

Un cliente non aveva i soldi. Ha così proposto un capo d'abbigliamento per comprare la droga.

PALERMO – Nuova di zecca, con tanto di etichetta. Paolo Puleo la tiene tra le mani, poi la osserva attentamente. E’ scura, ha un cappuccio. L’affare si può fare. E’ così che uno dei presunti pusher finiti in manette nell’operazione “Teseo” accetta una nuova forma di pagamento della droga da parte di un cliente.

Puleo, 23 anni, è uno dei diciannove destinatari dell’ordinanza cautelare in carcere del blitz che ha smantellato la rete di spacciatori dello Zen 2. Punto nevralgico, la via Pensabene, dove le telecamere piazzate dai carabinieri della compagnia di San Lorenzo hanno immortalato tutte le dinamiche dell’organizzazione. Compresa quella del pagamento della droga con il “baratto”.

Pur di non lasciarsi sfuggire un cliente abituale, infatti, uno dei pusher avrebbe accettato una felpa appena acquistata: il suo acquirente non aveva soldi a sufficienza per comprare l’hashish e, quel giorno, si era presentato con il capo d’abbigliamento all’interno di un sacchetto per proporre l’affare.

Era il 12 dicembre del 2015, l’arrivo di un uomo a bordo di uno scooter bordeaux non è sfuggito all’occhio della telecamera. L’incontro è avvenuto nella vicinissima via Nedo Nadi, dove Puleo ha valutato la possibilità dello scambio. Non poteva lasciarsi scappare l’acquirente. E’ così entrato nel padiglione 5, ha percorso il corridoio centrale, ha recuperato le dosi di droga ed è poi tornato dal cliente che lo attendeva ancora a bordo dello scooter.

La trattativa si è così conclusa e Puleo ha affidato la felpa alla madre, che affacciata dal balcone al secondo piano dello stesso padiglione, ha ritirato il capo d’abbigliamento tramite un paniere azzurro. Nuove forme commerciali, insomma, per tutelare la “fidelizzazione” dei clienti. Tra questi, come gli investigatori hanno precisato, c’erano le categorie più disparate e uomini e donne di ogni età. Lo spaccio avveniva anche davanti ai minori e ai genitori che accompagnavano i figli nella vicina scuola.

 


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