Evasione fiscale e danno erariale | L'ombra dell'incandidabilità all'Ars - Live Sicilia

Evasione fiscale e danno erariale | L’ombra dell’incandidabilità all’Ars

Pino Apprendi

In arrivo una sentenza della Corte costituzionale che potrebbe cambiare le carte in tavola.

La battaglia legale di Pino Apprendi
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PALERMO – Sarebbe davvero lungo l’elenco dei deputati regionali, in carica e non, a cui verrebbe preclusa Sala d’Ercole nel caso in cui la Corte costituzionale esprimesse una sentenza favorevole al ricorso che si appresta a presentare lo studio legale Leone-Fell di Palermo, avallato da un’ordinanza del Tribunale di Palermo. Da Antonello Cracolici a Paolo Ruggirello, fino a Cataldo Fiorenza, condannato il mese scorso anche lui nell’inchiesta “spese pazze” all’Ars, sono solo alcuni dei nomi noti a cui verrebbe sbarrata la strada verso un’eventuale rielezione. Il legali, che hanno rappresentato il deputato Pino Apprendi nella sua battaglia per riconquistare legittimamente il suo scranno a Palazzo dei Normanni, oggi nel corso di una conferenza stampa hanno sollevato la spinosa questione della Sicilia: il Parlamento regionale rappresenta l’unico caso in tutta Italia, regioni a statuto speciale incluse, a non aver adeguato la sua legge elettorale a quella nazionale in tema di eleggibilità, decadenza e incompatibilità dei componenti.

Attualmente le cause accolte dalla legge elettorale vigente in Sicilia, che provocano l’esclusione dall’Assemblea, sono legate alle condanne penali, mentre non sono mai stati inseriti i reati di evasione fiscale o danno erariale, come prevede invece la legge nazionale numero 154 del 1981. E’ proprio su questo punto che lo studio legale promette di dare filo da torcere alla Regione, forte anche dell’ordinanza dello scorso 17 febbraio firmata dal giudice Michele Ruvolo del Tribunale di Palermo che, non solo accoglie le istanze degli avvocati, ma anzi sollecita le parti coinvolte nel far luce e adeguare la legge regionale a quella nazionale. Un’ordinanza di ben sedici pagine in cui il giudice evidenzia l’unicum che rappresenta l’Assemblea regionale, in considerazione del fatto che ad adeguarsi alle legge nazionale in materia di eleggibilità e decadenza sono stati anche i comuni, le province e le circoscrizioni. Insomma, proprio tutti tranne l’Ars.

La questione viene alla luce più di un anno fa, quando l’ex deputato regionale Francesco Riggio viene condannato per la prima volta dalla Corte dei conti per danno erariale nella vicenda legata al Ciapi. Riggio dovrebbe restituire più di tre milioni di euro. Ma questa condanna non è bastata a far decadere il deputato condannato: la legge regionale non prevede infatti la decadenza del mandato per questo tipo di controversie. E’ a questo punto però che Pino Apprendi presenta la sua prima istanza all’Assemblea regionale, nello specifico in Commissione Verifica poteri, per sollecitare l’espulsione di Riggio: era il 20 luglio 2016. I reclami e le richieste di Apprendi e dei suoi avvocati cadono nel vuoto, stando al verbale della seduta in commissione dello scorso luglio le richieste avanzate dal deputato e dai suoi avvocati sono state rigettate in pochi minuti e con poche righe che fanno riferimento infatti a questo vuoto legislativo riguardo ai reati erariali e fiscali della legge.

Solo a gennaio 2016 Pino Apprendi torna a Palazzo dei Normanni, a seguito della condanna penale: “A questo punto il deputato poteva lasciar cadere la questione nel vuoto – ha sottolineato oggi l’avvocato Francesco Leone – ma così non è stato. Sarà ancora al nostro fianco per colmare questo vuoto legislativo che ci rende casi unici rispetto alle altre regioni. E non sempre in senso positivo”. Lo studio legale palermitano ha presentato istanza alla Corte costituzionale, l’iter è abbastanza complesso, ma la sentenza potrebbe arrivare nel giro di un anno: “Si chiamano sentenze manipolative – ha spiegato l’avvocato Simona Fell – sono sentenze che andrebbero a modificare direttamente la nostra legge elettorale senza dover passare altri passaggi all’Assemblea regionale”. Nel caso in cui la Corte costituzionale accogliesse le istanze degli avvocati le conseguenze sarebbero importanti anche in vista delle prossime elezioni regionali: in tanti non potrebbero candidarsi o riprovare a conquistare un banco a Sala d’Ercole. “Di tutta questa vicenda continua a sconvolgermi la superficialità con cui l’Ars non ha affrontato la situazione – le parole di Apprendi, presente alla conferenza –. Oggi se aspettassimo la sentenza della Corte che immagine daremmo ai cittadini? Non siamo davvero capaci di modificare la nostra legge elettorale senza l’intervento di un altro organismo? Proprio per questo la settimana prossima presenterò un disegno di legge. Sono casi come questo che fomentano l’antipolitica. Un deputato non può derubare l’organismo per cui lavora e che dovrebbe rappresentare, e rimanere in carica continuando ad avere la possibilità di legiferare. E’ un fatto gravissimo sul quale non si può più sorvolare”.


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