Vitalizi, il problema da risolvere | che non risolve alcun problema - Live Sicilia

Vitalizi, il problema da risolvere | che non risolve alcun problema

Al di là del populismo, quali emergenze potrebbe eliminare il taglio delle pensioni? Nessuna.

PALERMO – I vitalizi vanno rivisti, ridotti, riconteggiati. Su questo, sono d’accordo tutti. E ci mancherebbe. È un fatto di equità, di giustizia. Un buon esempio che per una volta può giungere dall’alto. E così, la storia degli onorevoli pensionati ormai riempie arene e programmi televisivi, come se fosse diventato, oggi, il problema dei problemi. E per carità, forse lo è. Forse tanta attenzione è anche giusta e sacrosanta. Purché si parta da un presupposto che è nei fatti e nei numeri, piuttosto che negli strepiti, negli ammiccamenti e nelle urla: il taglio dei vitalizi non risolverà proprio nulla.

Nulla. Numeri alla mano, infatti, la riduzione – lo ripetiamo a scanso di equivoci, sacrosanta e condivisibile – non inciderà in nessun modo sui bilancio della Regione. Insomma, per farla breve, il racconto di chi dice che “basta tagliare i vitalizi per trovare i soldi da destinare ai disabili” o ai poveri, o alle scuole, o ai precari, o ai pensionati, è poco più che una stupidaggine detta, si spera, in buona fede.

Numeri, dicevamo. Giusto per capirci. E partiamo proprio da lì, dai disabili. Recentemente l’Ars ha approvato una norma, legata all’esercizio provvisorio, che destina 36 milioni di euro all’assistenza. Al di là dei dubbi “tecnici” sul provvedimento, i numeri non dicono un’altra cosa. Cioè che quei 36 milioni, anche al netto dei presunti falsi invalidi individuati da Crocetta (numeri contestati pesantemente dai sindaci che parlano, anzi, di gaffe della Regione), servirebbero, nella migliore delle ipotesi, per finanziare un decimo di quegli interventi. Ne serviranno, infatti, almeno 400. Quanto si può recuperare dal taglio dei vitalizi? Lì il conto può essere fatto anche “per gioco”. Il contributo di solidarietà richiesto a gran voce dall’Arena di Giletti, per intenderci, non dovrebbe superare il 15 per cento e sarebbe vigente solo per un triennio, poi tutto tornerà com’è. Ecco, ammettiamo anche che la Sicilia sia particolarmente generosa nei tagli, o, se si preferisce, più “dura” con i furboni che hanno incassato quelle pensioni previste dalla legge, e che voglia tagliare addirittura il 20 per cento di quei vitalizi. Ecco, recupererebbe, in un anno, la bellezza di 3,6 milioni. Un decimo del fondo per i disabili che è a sua volta un decimo della somma necessaria all’assistenza. Un centesimo, per farla breve, della cifra che la Regione deve assolutamente reperire per i disabili siciliani. L’uno per cento.

Se l’esempio non basta, ve ne proponiamo un altro. Partendo sempre da quel presupposto: la Sicilia si scopre più rigorosa delle rigorosissime regioni d’Italia, e taglia quel venti per cento da vitalizi e reversibilità. Mettendo in tasca 3,6 milioni in un anno. Che spenderà, ad esempio, per pagare la bellezza di … cinque giornate di lavoro per i dipendenti delle società partecipate della Regione. Quelle aziende mangiasoldi che il governo Crocetta avrebbe dovuto radere al suolo e che ha sostanzialmente lasciato intatte, salvo piazzare a capo di queste ben remunerati amici e fedelissimi. Anche nell’ultimo giudizio di parifica, infatti, la Corte dei conti ha raccontato come il costo nell’ultimo quinquennio per il personale delle partecipate – gente che ha ottenuto quel lavoro per chiamata diretta dalla politica – ammonta a circa 1,3 miliardi di euro. Oltre 250 milioni di euro l’anno. Venti milioni al mese, appunto. Con i tagli ai vitalizi, come detto, riesci a pagare cinque giorni di stipendi.

Non è abbastanza chiaro? Ecco qualche altro esempio. Solo nell’ultima legislatura, il governo Crocetta è riuscito nella miracolosa impresa di raddoppiare, tra mutui e anticipazioni di cassa, la somma miliardaria da restituire quasi in tutti i casi a Cassa depositi e prestiti: da quasi 4 a quasi 8 miliardi. Che significa questo? Semplice: non solo che i siciliani dovranno restituire queste somme nei prossimi 30 anni, ma anche che ogni anno, la Sicilia paga fior di interessi. Quanti? La cifra descritta nell’ultimo giudizio di parifica ammonta a 137 milioni di euro. I 3,6 milioni che la Sicilia generosamente taglierebbe, servirebbero, al massimo, a pagare una settimana di quegli interessi creati dai governi regionali.

Ultimo esempio, per intenderci. Sempre in quel giudizio di parifica, la Corte dei conti ha puntato il dito contro la crescita dei costi nella Sanità, nonostante gli strombazzati risparmi del governo. Una crescita esigua, per carità: 1,3 per cento. Che si traduce, però, in 115 milioni di euro in più. La bellezza di sette anni di vitalizi, senza nemmeno bisogno dei tagli. Tagli che vanno fatti, ci mancherebbe. Un segnale giusto e atteso. Ma che, è meglio dircelo chiaramente, non risolverà nessun problema.


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