Lo Monaco mostra i muscoli |"Una denuncia mediatica" - Live Sicilia

Lo Monaco mostra i muscoli |”Una denuncia mediatica”

Angelo Attaguile si dimette dalla presidenza della commissione Sport e Mafia.

IL CASO "CICCIO FALANGE" all'Antimafia
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CATANIA – Se terremoto doveva essere, alla fine la terra ha tremato. In quel di Torre del Grifo. I vertici del Calcio Catania non ci stanno proprio a che il minuto di silenzio in onore del tifoso Francesco Famoso, alias “Ciccio Falange”, sia derubricato a un “inchino” o a qualsiasi altro gesto in favore dei poteri criminale. Le recenti dichiarazione del procuratore della Figc Giuseppe Pecoraro in commissione nazionale Antimafia continuano a scuotere la città tutta. Dalla politica al mondo sportivo. La reazione dell’amministratore delegato del club etneo, Pietro Lo Monaco, è una sassata destinata a suscitare nuove polemiche: “Pecoraro – fa sapere in una nota ufficiale – interpreta la sua fondamentale funzione con grande originalità anche dal punto di vista mediatico, divenendo personaggio”.

Un attacco al limite del personale, insomma. E che rivela uno scontro muscolare tra le prerogative dei club di Lega Pro e le preoccupazioni della giustizia sportiva. “Per noi – continua Lo Monaco –  è un fatto non grave ma gravissimo e profondamente triste che il semplice esercizio di un diritto, cioè richiedere l’autorizzazione per un minuto di raccoglimento, sia ritenuto degno addirittura di una discussione in Commissione Antimafia, laddove ben altri problemi vengono analizzati. Quale misfatto avrebbe commesso la Lega Pro, concedendo l’autorizzazione a commemorare in modo composto e civile un uomo che per lunghi decenni è stato simbolo di passione sportiva?”.

Ecco come sono andati i fatti secondo il racconto dell’ad rossoazzurro. “Il Procuratore Pecoraro, in maniera alquanto maldestra, con le sue dichiarazioni lede profondamente la reputazione del nostro club, accomunando o almeno consentendo di accomunare episodi di ben altro spessore (oggetto d’attenzione per ipotesi di rapporti tra il mondo dello sport e la criminalità organizzata) all’esercizio di un nostro diritto: richiedere la concessione di un minuto di silenzio. Il Calcio Catania non ha infranto alcuna regola, ha richiesto di poter rendere omaggio a una persona che ha speso la maggior parte della sua esistenza emozionandosi con il Catania e per il Catania”.

E ancora: “Il Calcio Catania ha sempre stigmatizzato con forza e combattuto la violenza negli stadi, isolando ed escludendo i violenti per accogliere invece chi, vivendo lo sport nel rispetto delle regole, diviene il cuore pulsante di un club”. Insomma, per il Calcio Catania, società che ha come patron quel Nino Pulvirenti soggetto attualmente a Daspo per gli strascichi dell’inchiesta i Treni del gol, la questione è tutta identitaria: “Non tolleriamo strumentalizzazioni ed insinuazioni: giù le mani dal Catania, difenderemo in ogni sede e in ogni momento l’immagine della nostra società ed anche il buon diritto a non ritenere i tifosi, in quanto tali, cittadini di Serie B”.

Oltre la questione sportiva, il caso Famoso è diventato una vera e propria disputa politica. Dopo l’attacco di ieri dell’eurodeputato di Forza Italia Salvo Pogliese all’indirizzo di Pecoraro, è la volta di Angelo Attaguile. Il presidente onorario del Catania, nonché segretario nazionale di Noi Con Salvini, ha fatto sapere che si è dimesso dal ruolo di co-presidente del comitato Sport e Mafia, organismo interno della commissione nazionale Antimafia, di cui è segretario. Il motivo è però collaterale, è riguarda la scelta di posticipare la riunione della stessa Commissione in programma il 15 marzo a Catania: “Con amarezza – scrive a Rosy Bindi – debbo prendere atto che Ella ha deciso di stravolgere quanto convenuto durante i lavori dell’Ufficio di Presidenza predetto, annullando la visita a Catania e ritenendo, invece, mercoledì di dover audire il legale di fiducia del presidente della Juventus Andrea Agnelli”.

E non finisce qui: “Questo improvviso cambiamento di programma – denuncia il deputato di Grammichele – è avvenuto dopo l’audizione di ieri del procuratore federale della Figc, prefetto Giuseppe Pecoraro, che ha parlato lungamente della Juventus, chiedendo di secretare i verbali contenenti le sue dichiarazioni”. Ecco la versione di Attaguile, che per non sbagliare ha sottolineato ancora una volta di essere “amareggiato” per un trattamento che fa passare la città di Catania sempre al secondo posto.

 

 


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