Il 'nuovo' Ingroia e i colleghi pm | C'eravamo tanto amati.... - Live Sicilia

Il ‘nuovo’ Ingroia e i colleghi pm | C’eravamo tanto amati….

Antonio Ingroia

Da autorevole e "mediatico" esponente della Procura a indagato grande "accusatore" dei magistrati.

PALERMO – Le possiamo considerare le tappe di una guerra. Una guerra che Antonio Ingroia ha dichiarato, in maniera neppure velata, alla Procura di Palermo di cui per anni è stato un rappresentante. Uno dei più autorevoli, combattivi e “mediatici” per via delle sue frequenti apparizioni televisive e cartacee. Ospite dei talk show difendeva il coraggioso lavoro della Procura impegnata nell’inchiesta che sarebbe sfociata nel processo sulla presunta Trattativa fra la mafia e lo Stato. Da quando ha smesso la toga di pubblico ministero per indossare quella di avvocato Ingroia non ha perso occasione per lanciare bordate contro gli ex colleghi. E per ultimo ha fatto sapere di non avere gradito di essere diventato lui l’oggetto dell’interesse mediatico.

In principio fu la vicenda di Pino Maniaci, il battagliero giornalista di Telejato, finito sotto accusa per alcune presunte estorsioni, da lui sempre smentite, ai danni dei sindaci di due piccoli comuni del Palermitano. Ingroia, che di Maniaci è il difensore, ha parlato di “inchiesta surreale, basata sul nulla, costruita dalla Procura su accuse infondate su fatti per i quali Maniaci ha fornito ampia e puntuale spiegazione”. Un’operazione per “distruggere un uomo di televisione” iniziata con il video delle intercettazioni distribuito assieme al comunicato stampa il giorno in cui al giornalista fu applicato il divieto di dimora nel Palermitano.

Poi arrivò il caso di Rosario Basile, patron di Ksm invischiato in una brutta storia di presunte minacce e violenze rivolte alla donna con cui ha avuto una relazione sentimentale, dalla quale è nato un figlio. Basile ha cercato di non riconoscerlo, fino a quando, pochi giorni fa, il Tribunale civile ha stabilito che il figlio è suo. Quando la Cassazione confermò che per la sola ipotesi di istigazione alla corruzione di un carabiniere l’imprenditore non poteva essere raggiunto da misura cautelare, Ingroia diramò un comunicato stampa in cui parlava di “primo riconoscimento della totale innocenza di Rosario Basile” e invitata la Procura, “di fronte ad una pronuncia così chiara e netta”, a tornare “sui suoi passi, chiedendo scusa a Rosario Basile”. Ingroia alla fine ha rinunciato al mandato. I suoi comunicati stampa avevano creato qualche fibrillazione all’interno del collegio difensivo anche se l’ex pm ha ritenuto opportuno sgombrare il campo da qualsivoglia dietrologia, Ha rimesso il mandato “perché non posso assicurare, fra i miei tanti impegni istituzionali e professionali in tutta Italia, la necessaria presenza costante alle udienze di questo processo”.

Di recente Ingroia è finito sotto inchiesta per il peculato relativo alle indennità di risultate e ai rimborsi per le spese di hotel e ristoranti ottenute da amministratore unico della società regionale Sicilia e-Servizi. Il giorno del suo interrogatorio in Procura l’ex pm non gradì che la notizia fosse finita sui giornali. Alle accuse di costruire indagini a tavolino, all’invito a chiedere scusa a un indagato, ecco l’ultimo attacco alla Procura: “Resto vittima di continue fughe di notizie che vengono tollerate, quasi plaudite, con incredibile leggerezza”.

 


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