E' morto l'architetto Marletta |In coma vegetativo da 7 anni - Live Sicilia

E’ morto l’architetto Marletta |In coma vegetativo da 7 anni

Nella foto la moglie Irene e l'architetto Marletta

A dare la notizia su Facebook Desirée Sampognaro, la sorella della moglie Irene.

CATANIA – “Purtroppo stamattina mio cognato Giuseppe se n’è andato dopo quasi 7 anni di agonia. Per quanto si possa avere la certezza che quantomeno adesso si trovi in un mondo migliore, privo di sofferenza, è comunque molto doloroso”. Sono parole forti e di tristezza quelle scritte su Facebook, oggi, da Desirée Sampognaro, cognata dell’architetto in coma vegetativo in seguito ad un intervento chirurgico di routine effettuato nell’ospedale Garibaldi Nesima di Catania. Era, difatti, il primo giugno del 2010, quando Marletta si sottoponeva ad anestesia generale per la rimozione dei punti di sutura in metallo applicati alla mascella dopo l’asportazione del frammento di una radice dentale. Un’operazione definita “di routine” che ha segnato per sempre il destino della famiglia. Per anni la moglie, Irene Sampognaro, ha combattuto in nome del marito e della sua esistenza al confine tra la vita e la morte. Dopo l’intervento e sessanta giorni di rianimazione, l’architetto catanese venne ricoverato per sei mesi nell’Unità di Risveglio dell’Ospedale Giglio di Cefalù per poi essere trasferito a Catania in un nuovo centro di cure. Costi interamente a carico della famiglia nonostante la richiesta di auto da parte della giovane insegnante al Ministero della Salute che ha eluso l’istanza. Insomma oltre al danno, la beffa. Una situazione che non ha mai, però, del tutto fermato Irene. Ad accendere la speranza la notizia della presenza in Israele di uno scienziato russo, Vitaly Vassilew, specializzato nelle cure di pazienti in stato vegetativo. Ma il tutto aveva un costo notevole, proibitivo per la famiglia Marletta.

La vicenda è stata al centro di un’inchiesta giudiziaria: in primo grado, il 23 aprile del 2014, il giudice monocratico condannò per lesioni gravissime a sei mesi ciascuno, pena sospesa, l’infermiere Carlo Terrano e il medico anestesista Silvio Budello. La sentenza fu confermata dalla terza Corte d’appello, il 12 novembre del 2015. Il 23 novembre del 2016 la quarta sezione della Cassazione ha reso definitiva la condanna per l’infermiere Terrano e ha annullato, con rinvio, la sentenza per il dottore Budello.

 


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