La giustizia, il M5S e le smentite | La strana logica del deputato Nuti - Live Sicilia

La giustizia, il M5S e le smentite | La strana logica del deputato Nuti

Parla di fiducia nella magistratura e fedeltà al Movimento. Poi si contraddice o è contraddetto.

Il caos nei Cinquestelle
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PALERMO – C’è qualcosa che non torna, in questo elastico riferimento alla giustizia. Riccardo Nuti spara a zero, poi nasconde la pistola fumante e spiega che sparo non ci fu. “Informo che io, Di Vita e Mannino – dice in una nota – non abbiamo rilasciato dichiarazioni contro la magistratura, anzi tutt’altro, né contro il candidato sindaco del Movimento 5 Stelle di Palermo. Se circolano dichiarazioni in tal senso attribuite a noi, sono da ritenersi non veritiere. Abbiamo espresso fiducia nella giustizia a cui ci affidiamo per dimostrare la nostra innocenza”.

Eppure, il deputato nazionale che puntò il dito contro il malaffare del parlamento, per poi finire indagato (con tanto di richiesta di rinvio a giudizio), sembrava parlasse proprio della magistratura. Che – nel caso in cui non lo sapesse – è anche quella inquirente. La stessa che si sarebbe prestata, volontariamente o per insipienza, scarsa preparazione o ingenuità (non resta che scegliere) al (per usare le sue parole) “tentativo di levarci politicamente di mezzo per avere campo libero, attraverso una montatura ben organizzata, che salvo ripensamento del Gup i magistrati avranno modo di smascherare nel processo penale”. I magistrati buoni, questi ultimi, immaginiamo.

E ancora, ecco che Nuti smentisce i dubbi sollevati sul candidato sindaco Ugo Forello, raccolti non proprio dal giornalino della parrocchia, bensì dal Corriere della sera. E del resto, quello che qualcuno definì “il cerchio magico di Nuti”, non nascose la propria ostilità di fronte a quel nome. Dichiarazioni messe anche a verbale anche davanti ai pm, pochi mesi fa. “Abbiamo espresso parere negativo – ricorda ad esempio la deputata Chiara Di Benedetto – su alcuni candidati sponsorizzati dai deputati regionali, tra questi in particolare Gelarda, Forello e Varrica”.

Ma siamo nel pieno della guerra senza quartiere del Movimento. Quella in cui non ci si può fare intenerire. Nemmeno, magari, dalle situazioni personali più o meno delicate degli avversari che una volta furono amici. E così, ecco le sparate a zero anche contro Giorgio Ciaccio che insieme a Claudia La Rocca, spiega Nuti, “dovrebbero essere espulsi dal Movimento, in quanto hanno confessato d’aver partecipato alla vicenda delle firme per le ultime comunali di Palermo. Che abbiano assunto il ruolo di accusatori non elimina le responsabilità penali che i due hanno ammesso”.

Una guerra triste, a guardarla bene. Così triste da chiederti se davvero queste accuse, queste dichiarazioni e le smentite zoppicanti, siano quelle di un deputato nazionale. Lo stesso che guerreggiava contro tutto e tutti. Salvo poi decidere di rifugiarsi dietro a un silenzio da prima Repubblica di fronte ai pm. Un silenzio compensato, però, dalla pioggia di comunicati stampa.

Fino all’ultimo. Quello nel quale annuncia la propria autosospensione dal gruppo parlamentare. In quell’altro vortice che mortifica la logica (e qui Nuti c’entra solo in quota parte). Quella secondo cui si può essere sospesi dal Movimento, ma far parte del gruppo parlamentare del Movimento stesso. “Confermo la mia fiducia nella Giustizia – ha detto – e mantengo il rispetto che ai magistrati ho sempre portato fin dall’inizio. Proverò la mia innocenza e la costante fedeltà ai princìpi del Movimento. Basta alle tante mistificazioni volte a farmi fuori e a colpire il Movimento”, ha aggiunto. Quella stessa fiducia in una giustizia che ha chiesto di processarlo per le firme false. E quella fedeltà allo stesso Movimento che, quello sì, finora, ha deciso di “farlo fuori”. Anche per le frasi espresse da Nuti e sulla giustizia.


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