Palazzotto: "Alle Regionali |discontinuità da Crocetta" - Live Sicilia

Palazzotto: “Alle Regionali |discontinuità da Crocetta”

Domenica congresso regionale di Sinistra Italiana. "Una coalizione progressista metta insieme le opposizioni agli ultimi governi”.

PALERMO – Sinistra Italiana si attrezza in vista delle prossime competizioni elettorali. Il partito nato sull’esperienza di Sinistra Ecologia e Libertà, raccogliendo diverse esperienze associative e anche pezzi di chi era uscito dal Pd come Stefano Fassina, ha di recente svolto congressi provinciali in tutta la Sicilia e domenica affronterà il primo congresso regionale. La partita delle amministrative di Palermo li vede schierati nel contenitore di Leoluca Orlando, ma sulle alleanze in vista delle regionali Erasmo Palazzotto, deputato nazionale di Sinistra Italiana, è molto attento a segnare una differenza con l’attuale esperienza del governo Crocetta e con il Partito Democratico.

Erasmo Palazzotto, quali saranno le mosse di Sinistra Italiana alle prossime elezioni? Anche in Regione appoggerete un candidato che raccoglie consenso a sinistra, come a Palermo, o cercherete altre strade?

“Palermo è un caso unico, noi qui sosteniamo la continuità dell’esperienza Orlando, che ha salvato la città dal dissesto economico, politico e morale in cui era stata cacciata dai dieci anni di Cammarata. Noi abbiamo un giudizio molto positivo sull’esperienza di Orlando, e per questo abbiamo costruito il laboratorio di Sinistra Comune. Questa esperienza per noi è fondamentale, e anche su scala regionale vogliamo costruire un’esperienza simile, fare una coalizione progressista che metta insieme le forme di opposizione agli ultimi tre governi regionali”.

Anche il governo di Crocetta?

“Il governo di Crocetta è in continuità con i due precedenti, ma è caratterizzato anche da grosse dosi di incompetenza e incapacità del Presidente: basta guardare il pasticcio della formazione e del piano rifiuti, visto e rivisto tre volte, e su cui siamo in emergenza continua. È chiaro che lì non c’è solo malafede, c’è una regione malgovernata, e quando una classe politica non è in grado di governare i cittadini ne fanno le spese”.

Quindi non ci sarà nessun accordo con il Partito Democratico?

“Escludo ogni ipotesi che veda la continuità con questa esperienza politica, che non riguarda solo Crocetta ma tutto il PD, che è stato il dante causa di Crocetta. A meno di un ravvedimento da parte del Partito Democratico, e di una netta rottura con un pezzo del sistema di potere con cui si è deciso di governare in Sicilia pur di governare, noi siamo impegnati a costruire quella discontinuità con chi in questi anni è stato all’opposizione di Crocetta. Noi vogliamo mettere insieme tutti i pezzi della sinistra, per costruire insieme un percorso politico che metta insieme la sinistra politica, con l’Mdp di Bersani, e sociale. L’idea è di costruire questo laboratorio siciliano che possa diventare un modello per la sinistra in Italia”.

Nel costruire questa discontinuità con il governo attuale, pensa sia possibile un dialogo con il Movimento Cinque Stelle?

“Purtroppo in Sicilia il Movimento è stato per un periodo un pezzo dell’opposizione, ma poi è diventato un populismo sterile: nel momento in cui si sceglie la linea della separazione dal resto della politica e si perde la capacità di confrontarsi e aprirsi a quelle esperienze che hanno rappresentato dei laboratori, dal punto di vista amministrativo, si finisce a fare esperienze disastrose come quelle del Movimento cinque stelle in Sicilia: Bagheria è un disastro. Poi per carità: nel caso anche loro fossero disposti a discutere di un progetto che non è solo populismo sterile, ma l’idea di costruire una grande alleanza per il cambiamento, noi siamo pronti a confrontarci. Il tema però deve essere che politiche mettere al centro: se le politiche sono quelle manifestate dal Movimento sull’immigrazione o sul lavoro, non credo che ci siano margini, perché loro per cavalcare la pancia del popolo si spostano su politiche di destra”.

È un momento critico per la sinistra, che sembra aver perso il contatto con il mondo del lavoro, il suo bacino tradizionale. In questo senso, cosa significa in questo momento il congresso regionale di Sinistra Italiana?

“Significa restituire alla sinistra la propria funzione storica: la sinistra ha perso contatto con il mondo del lavoro perché ha avallato politiche di destra, facendosi carico di forti riduzioni dei diritti. Oggi il tema è come avere una sinistra capace di riconnettersi con quel mondo, che ha visto un’erosione costante di salari. Su questo noi pensiamo che si debba restituire centralità al mondo del lavoro, e lavorare perché attraverso una riconversione dei cicli produttivi, come ad esempio le tecnologie verdi, si possano dare nuove opportunità di sviluppo e nuove forze di lavoro”.

Quali forze sociali vi proponete di rappresentare?

“Il mercato del lavoro è così frammentato che oggi la precarizzazione delle condizioni di vita è diffusa su tutte le fasce anagrafiche. Poi ovviamente in questo momento sono soprattutto le giovani generazioni ad avere un disastro nel mondo del lavoro. Per esempio in Sicilia penso alle realtà dei call enter, su cui molti ragazzi avevano costruito un progetto di vita dignitoso e che hanno visto in questi anni erodere i propri salari”.

Puntate soprattutto alle nuove generazioni quindi…

“Ma noi come partito cerchiamo di guardare alle fasce più deboli della società. È chiaro che in questo momento le giovani generazioni sono quelle in cui il disagio sociale è più profondo, ed è a loro che vogliamo offrire una sponda per conquistare nuovi diritti. A noi interessa costruire politiche di governo, non cavalcare il malcontento. Poniamo con forza la questione morale in Sicilia, non solo in termini di lotta alla corruzione, ma anche di autonomia e indipendenza della politica dai sistemi economici”.


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