Trafficanti, affari e politica |“Tutta la verità sulle Ong” - Live Sicilia

Trafficanti, affari e politica |“Tutta la verità sulle Ong”

Lunga intervista al procuratore capo di Catania Carmelo Zuccaro

CATANIA – “Stiamo per mettere in mare i gommoni, intervenite!”. E’ il contenuto dell’intercettazione carpita dagli uomini dei servizi segreti pochi mesi fa, un’intercettazione inutilizzabile processualmente che documenta il contatto tra scafisti e Ong, non un patto. Ma ci sono anche le Ong che staccano i transponder per arrivare a poche miglia dalle coste libiche. Tutta la verità sulle Ong raccontata dal procuratore capo di Catania Carmelo Zuccaro.

A che punto sono le indagini?

“Noi seguiamo la pista dei soldi – esordisce il procuratore – ci stiamo muovendo con dei poteri che non sono quelli dell’autorità giudiziaria, perché un’indagine penale vera e propria, almeno per le fonti di finanziamento, non esiste. Noi cerchiamo di capire chi finanzia alcune di queste Ong. Alcune sono fuori discussione, hanno dei finanziamenti tracciabili storicamente. Medici senza frontiere e Save the children, per esempio, operano per scopi sicuramente umanitari, ma tutte quelle che sono nate da poco, con lo scopo di svolgere questa attività, hanno dei finanziatori che non rispondono ad esigenze di filantropia e quindi non sembrano proprio dei benefattori internazionali. Lì dobbiamo cercare di capire meglio i retroscena e io ho richiesto alle forze di polizia di poter fare degli sforzi investigativi più intensi, perché una delle preoccupazioni che ho è che i tempi dell’acquisizione della prova possano essere incompatibili con l’esigenza di agire presto e bene. E’ una ricerca che va fatta, ma se non ci sarà questo sforzo investigativo rischiamo di prendere troppo tempo.

Avete la prova di contatti con le organizzazioni di trafficanti?

Alcune agenzie che non svolgono attività di polizia giudiziaria (servizi segreti, ndr), hanno documentato i contatti ma si tratta di atti che non posso utilizzare processualmente, anche se mi danno la conoscenza certa che questo avviene. Ci sono dei natanti di Ong che superano i confini delle acque internazionali, staccano i transponder per non farsi localizzare e rendersi invisibili a chi li deve monitorare. Vi sono Ong che prendono chiamate dalla Libia in cui si dice <<Stiamo per mettere in mare i gommoni, intervenite!>>”.

Il Moas, per esempio, ci risulta che aveva due droni ad altissima tecnologia, forniti da un’industria austriaca, adesso li hanno rimpiazzati con un aereo da ricognizione che è più performante e costa di più.

Sapete da dove provengono questi soldi?

Abbiamo capito che i costi che sostiene il Moas, 400mila euro al mese, sono costi che devono avere delle provenienze su cui dobbiamo fare accertamenti che ci portino a prove sicure. Oggi queste prove non le abbiamo.

E’ quindi ipotizzabile la collaborazione delle Ong con i trafficanti di migranti?

E’ possibile ma è solo un’ipotesi che al momento non ha riscontro. I contatti ci sono, che vi siano, oltre ai contatti per avvisare della partenza non lo posso escludere, ma non lo posso neanche sostenere. Di questo non ho neanche le conoscenze utilizzabili processualmente.

E’ vero che alcuni scafisti hanno scortato i migranti fino alle navi delle Ong?

Questo oggi non è strettamente necessario, tenuto conto che queste navi si fanno notare con radiofari, riflettori, altre segnalano la loro posizione. In questo momento l’accompagnamento da parte dei facilitatori del traffico è diventato inutile. Un tempo c’era.

La politica che ruolo ha e che ruolo dovrebbe avere in questo sistema?

Le Ong migliori che rispondono solo alla solidarietà stanno mettendo in mora la politica, che non sta facendo il suo lavoro per salvare le vite umane. La politica buona deve dare una risposta immediata, se ci sono corridoi umanitari da creare li devono creare i politici e non le organizzazioni private, altrimenti il flusso migratorio diventerà ingestibile.

Col rischio che in questo business ci finisca qualche Ong?

C’è il rischio di creare situazioni economiche non gestibili dall’Italia, il rischio di alimentare un business di organizzazioni criminali che stanno aprendo centri di accoglienza solo allo scopo di intercettare il denaro. I rischi sono tanti, come la prostituzione minorile che a Catania è rilevantissima. Adesso servono concrete risposte politiche


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