La denuncia Supernova - Live Sicilia

La denuncia Supernova

Del caso si parlerebbe in una chat interna. Sarebbero stati raccolti dati sensibili mentre il pc del meetup etneo sarebbe sparito.

Cinque Stelle
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Il documento incriminato

ROMA – Dopo Palermo nuovo caso firme rischia di scoppiare a Catania per il M5s. Lo raccontano Nicola Biondo e Marco Canestrari in un nuovo capitolo del libro inchiesta sul M5s Supernova che pubblica i contenuti di una recentissima Chat interna al Movimento. Al centro della discussione c’è un modulo prestampato di iscrizione al M5s (che gli autori hanno potuto fotografare) che prevede una sfilza di dati sensibili. “Viene richiesta, verbalmente ma imperativamente, anche la password della mail privata, dice un parlamentare nella chat che abbiamo potuto legge” scrivono Canestrari e Biondo. Quello che emerge è anche un mercato delle tessere: “vuoi candidarti? porta venti iscritti&hellip”. La vicenda rischia di creare diversi problemi anche penali. Non solo, “chi detiene questo ‘pacchetto di dati’ può, se vuole, aprire account a nome dei neo-iscritti” è la denuncia. Mentre, avvertono gli autori, sembrerebbe scomparso anche il Pc in cui i dati sono stati raccolti.

La denuncia di Supernova sembra molto circostanziata, con nomi e cognomi dei 5 Stelle a conoscenza della vicenda, foto e virgolettati della chat interna. “Chi conosce il Movimento sa che l’unico modo di iscriversi è passare dal portale Rousseau e che nessun MeetUp può raccogliere iscrizioni e dati di questo tipo” ricordano i due autori di Supernova che spiegano: “due parlamentari catanesi, Giulia Grillo e Nunzia Catalfo, sono state allertate da alcuni attivisti. Postano in chat il documento. Vogliono sapere chi lo ha utilizzato. ‘Se non escono i nomi di chi ha fatto girare questi moduli finisce a schifiu – scrive la Grillo”. “Vi rendete conto che se sta cosa salta fuori a Catania finisce come per Palermo?” è il timore espresso in chat. “Non si può sbagliare, Palermo docet” avrebbe poi scritto Catalfo che è anche tra i probiviri del Movimento. Non c’è solo il rischio penale derivante dai dati sensibili raccolti senza autorizzazione, “chi detiene questo ‘pacchetto di dati’ può, se vuole, aprire account a nome dei neo-iscritti”. Ma a quale scopo? Un attivista, sostengono Canestrari e Biondo, “spiega che esiste un tariffario, un mercato delle tessere parallelo per ottenere una candidatura. ‘Adescano la gente ai banchetti o in sede. E poi gli presentano questo modulo per iscriversi al movimento. E per candidarsi devono portarne 20 per il consiglio comunale e 50 per il sindaco’”. In chat interviene anche Mario Giarrusso: “chiede chi ha parlato di questa storia, come è venuta fuori”. Anche Biondo e Canestrari però pongono la loro domanda: “in altri Meet Up italiani, è successo qualcosa di simile? E chi è l’utilizzatore finale di questi dati e queste identità?”. (Fonte ANSA).

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