Crocetta e l'ombra del rimpasto | “Con chi stanno gli assessori?” - Live Sicilia

Crocetta e l’ombra del rimpasto | “Con chi stanno gli assessori?”

Il governatore: “Chi critica questo progetto politico, non può allo stesso tempo farne parte”.

Nuove tensioni in giunta
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PALERMO – “Da lunedì affronterò i nodi politici che riguardano il governo, che ha lavorato bene. Il punto è che devo capire se gli assessori che ho in giunta rappresentano un partito, un’area o se rappresentano solo se stessi”. Dopo la Finanziaria ecco allungarsi l’ombra del rimpasto in giunta. Il governatore Rosario Crocetta ricorda di essersi “ripromesso di parlare di politica dopo il 30 aprile, finora ad ora ho pensato alla finanziaria ed è giusto aspettare il risultato del congresso del Pd”, ma oggi a Palazzo dei Normanni parla della “necessità di un chiarimento, anche sull’operato di questo governo”. Insomma, chi sta con Crocetta? O meglio, con chi stanno i suoi assessori?

“Il nostro governo – ha rivendicato Crocetta – ha compiuto tre miliardi esatti di risparmi. È evidente però che i problemi che abbiamo avuto in questi anni siano legati alla politica, non al governo. Questo è un esecutivo che ha completato la programmazione comunitaria, che ha sbloccato i concorsi e approvata la rete sanitaria. Ma abbiamo dovuto affrontare – ha proseguito – una continua fibrillazione politica e un’assenza di coesione all’interno del Partito democratico. Adesso è giunto il momento di chiarire le posizioni: o si sta dentro i patti, o non ha senso che io mi tenga un assessore politico, mi tengo semmai un tecnico di cui ho piena fiducia. Se si afferma di condividere un progetto politico, – ha spiegato – bisogna condividerlo davvero e non attaccare in continuazione, pur restando dentro quel progetto”

E così, ecco l’imminente faccia a faccia con i big della coalizione: “A partire dal 2 maggio un bilancio va fatto. Che non può che partire da un giudizio su questo governo. Chi esprime un giudizio negativo, non può pensare di starci dentro. Sicilia Futura, ad esempio, dice che Croce è un assessore mio. Se è così, questo assessore si comporti come tale”.

E nelle parole del governatore, però, ecco anche una “presa di distanze” dalla sua stessa maggioranza: “Io non sono – ha detto – il garante politico di una coalizione. Il mio rapporto è diretto con i cittadini, visto anche che il voto è diretto e disgiunto. Il nostro meccanismo elettorale, del resto, non garantisce una maggioranza. Certo, dentro questa coalizione è finita gente che era con Micciché, con Musumeci… Quella che mi sostiene è una maggioranza numerica, non certo culturale. E dal primo giorno successivo alla mia elezione, è iniziata la guerra di successione. Sono stato quasi sempre oggetto del fuoco amico”.

Fibrillazioni che hanno portato di volta in volta a continui riassetti, incontri, rimpasti fino alla nomina di oltre quaranta assessori: “I rimpasti avvenuti in questi anni – spiega però Crocetta – non sono frutto del lavoro amministrativo svolto dagli assessori. E in qualche caso li ho subiti come una incredibile violenza. Ma a quel punto potevo o interrompere la legislatura scegliendo la via dello sfascismo, o andare avanti con senso di responsabilità. Anche se molte volte sono stato sul punto di chiudere questa esperienza. Adesso – conclude – dobbiamo capire se il ruolo degli assessori è un ruolo individuale o frutto della politica. Ma basta con il fuoco amico”.

E tra questi assessori, tra l’altro riferimento in giunta di Davide Faraone che non ha fatto mancare quel “fuoco amico” di cui parla il governatore, è Alessandro Baccei. Che oggi commenta con soddisfazione l’approvazione della Finanziaria e il cammino compiuto in questi anni: “Sono molto contento – ha detto – di una Finanziaria che chiude un ciclo e che ha portato al risanamento dei conti. Siamo diventati una delle Regioni più virtuose d’Italia, con le tasse più basse e capace di trovare i fondi per i disabili. Chiudiamo anche con un disavanzo di 315 milioni. Non so quanti altri governi abbiano fatto cose simili in tempi così brevi. In pochi anni – ha aggiunto – abbiamo aggiustato ciò che altri avevano distrutto in cinquant’anni. Stiamo dando 100 milioni in più alle Province, 250 milioni in più ai disabili, le tasse scenderanno di 250 milioni, abbiamo fatto un’operazione importante sul patrimonio immobiliare. Questa Finanziaria – ha concluso Baccei – è una medaglia per questo governo”. Un governo che però già traballa. Da lunedì, partirà il nuovo, l’ennesimo faccia a faccia. E l’ombra del rimpasto, del nuovo rimpasto, si allunga sulla giunta di Crocetta a sei mesi dal voto.


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