“Una Finanziaria light e trasparente | Ora le norme su Riscossione e Cas” - Live Sicilia

“Una Finanziaria light e trasparente | Ora le norme su Riscossione e Cas”

Il presidente dell’Ars Ardizzone: “La politica a Sala d’Ercole è in coma. I partiti non esistono più...”

Dopo la manovra
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PALERMO – “Adesso dovremo affrontare norme assolutamente fondamentali. Penso a quella che prevede la fusione tra Cas e Anas e a quella che dispone la liquidazione di Riscossione Sicilia. Per queste vicende, credo che sarà necessaria una corsia preferenziale dal punto di vista legislativo”. Il presidente dell’Ars Giovanni Ardizzone guarda già oltre la Finanziaria appena approvata. Al cosiddetto “collegato”, cioè, che sarà in discussione dal 9 maggio e che contiene decine di norme molto importanti e controverse. Una specie di “Finanziaria-bis”, composta, al momento, da oltre cento articoli.

“Proprio per questo – spiega però Ardizzone – è auspicabile che si spacchetti il testo in diversi disegni di legge, omogenei per materia. I temi del Cas e di Riscossione devono avere un percorso privilegiato: l’Ars si deve pronunciare subito e in maniera definitiva su queste norme. Ovviamente, nel caso del collegato, avremo il tempo di esaminare le norme una per una e con molta attenzione. Deve finire – aggiunge – il ricatto su singoli provvedimenti”.

Nel frattempo, rivendica Ardizzone, “è finita l’era delle leggi omnibus, dove infilavi di tutto, e che venivano fuori durante la notte, quando non si riusciva nemmeno a comprendere cosa si stesse votando. Abbiamo anche instaurato – prosegue Ardizzone – un nuovo rapporto con i sindaci, superando gli scogli tra le istituzioni. Spero che questo nuovo rapporto con l’Anci, fondato sul dialogo e il confronto, possa rappresentare un esempio per il governo che verrà e per il prossimo vertice dell’Ars”.

In questi giorni, però, il governo in carica è apparso chiaramente in difficoltà durante i lavori dell’ultima manovra. Mentre la maggioranza si è squagliata presto, facendo emergere lacerazioni, tensioni, e la voglia di singoli deputati di pensare più alle prossime competizioni elettorali che ai lavori d’Aula. Una baraonda che ha costretto Ardizzone a scrivere ai big dei partiti della coalizione per chiedere un intervento: “Quel mio richiamo – ha detto – è stato un atto necessario e allo stesso tempo una provocazione, frutto dello stato comatoso in cui versa la politica a Sala d’Ercole. L’esame di questa Finanziaria dimostra che non esistono più i partiti, che non esistono i gruppi”.

Eppure, questa era la maggioranza che avrebbe dovuto beneficiare della nascita, due anni fa, del cosiddetto “governo politico”, frutto dell’accordo tra i partiti. “Ma un governo è politico – precisa Ardizzone – se c’è alla base un progetto politico, appunto. E non solo perché in giunta vanno i politici. È tale, insomma, se le esigenze di quel progetto vanno oltre le esigenze dei singoli assessori e dei singoli deputati. Oggi non credo sia così”.

Ma proprio questa Assemblea dovrà tentare di approvare le norme, assai controverse, del collegato. “Se ci sono le condizioni politiche per affrontare quel disegno di legge? Non posso che lanciare un appello – dice Ardizzone – ai singoli deputati. La legislatura non è finita oggi con l’approvazione della Finanziaria, c’è ancora molto da fare”.

Ardizzone, però, sottolinea anche i “pregi” della legge di stabilità appena esitata: “Abbiamo proseguito – ribadisce il presidente dell’Ars – con un metodo inaugurato nel 2013 e che siamo riusciti ad applicare anche a questa sessione di bilancio, la più a rischio chiaramente, viste le imminenti elezioni regionali. Nel merito delle norme approvate – riprende Ardizzone – si può essere d’accordo o no, come è normale che sia, ma certamente tutti i parlamentari hanno potuto esprimere, alla luce del sole, le proprie opinioni. Saranno i siciliani a giudicare”.

Il riferimento va in particolare alla discussa (in tutti i sensi) norma sul patrimonio immobiliare della Regione che verrà acquisito dal Fondo pensioni: “Certamente – precisa Ardizzone – la norma è stata molto approfondita. Siamo rimasto 48 ore a discutere su quel famoso articolo 13. Uno stallo dovuto anche al nervosismo delle varie parti in causa. Ma alla fine, sono emerse chiaramente le posizioni di tutti. E questa è una cosa molta importante”. E adesso, qualche giorno di riposo, e si riparte col collegato. Appuntamento il 9 maggio in Aula. Quell’Aula dove i partiti non hanno più voce. E che dovrà tornare ad affrontare temi cruciali per la Sicilia.


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