Moncada shock: si dimette | "Commessi degli errori gravissimi" - Live Sicilia

Moncada shock: si dimette | “Commessi degli errori gravissimi”

Con una lettera diffusa in mattinata, il patron della Fortitudo Agrigento recita il mea culpa e lascia il club.

fortitudo agrigento nel caos
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AGRIGENTO – Una lunga lettera di riflessione, nella quale si ripercorrono fasi stupende ma anche tanto difficili legate agli inizi di questa avventura, ma si recita anche un mea culpa che riflette la grandezza e lo spessore umano. Il soggetto in questione risponde al nome di Salvatore Moncada, presidente e proprietario della Fortitudo Agrigento. Una squadra che ancora una volta ha rappresentato una delle più belle realtà del campionato di serie A2 di basket, con l’ennesima partecipazione sia alla Final Eight di coppa Italia che ai playoff per la promozione nella massima serie. Sempre restando tra le prime quattro del proprio girone – quello occidentale – in cui la formazione di coach Franco Ciani ha battagliato ad armi pari con alcune tra le principali realtà del campionato. Tuttavia, il patron del Gigante ha voluto scrivere per mostrare quanto attaccamento c’è, e di conseguenza quanto scoramento abbia portato questa stagione in ci poteva comunque fare di più, fermo restando che non sono mancati i problemi ma anche i motivi per essere soddisfatti, seppur effimeri. E allora ecco, clamorose, le dimissioni.

“La Fortitudo Agrigento ha rappresentato per me una compagna di vita – esordisce Moncada nella sua lettera di fine stagione -, avendo iniziato la mia carriera dirigenziale e con il ruolo di presidente nel 1991. Erano anni in cui la nostra società militava in Serie B2 così come Porto Empedocle, sono rimasto all’interno del club fino alla stagione 1993-94 prima che un problema familiare molto serio mi allontanasse dalla squadra, avendo questioni molto più importanti da affrontare. Quando sono tornato, nel 1998, la squadra era in C2: allora fui stimolato dai miei figli, che praticavano il minibasket, e da Giovanni Portannese. Dal 1998 ad oggi sono passati ben 19 anni di affetto e dedizione a questa società, con soddisfazioni notevoli che tutti voi conoscete. Vi posso assicurare che oltre alla dedizione ho investito tante risorse personali, di tempo ed economiche. Le mie società hanno sponsorizzato in misura non inferiore all’80% i costi della stagione, sia quando i risultati economici delle mie attività professionali andavano bene, sia quando andavano male. Non ho mai fatto i conti di quanto ho donato a questa mia compagna di vita, parliamo comunque di diversi milioni di euro, ma il mio input comunicato a tutti gli addetti ai lavori era questo: se mi diverto vado avanti, se non mi diverto più mi fermo, seppur conscio anche della funzione sociale di questa società”.

Moncada parla con orgoglio del fatto di aver portato ancora una volta Agrigento in luoghi e di fronte a squadre che hanno fatto la storia della pallacanestro nazionale e non solo. Virtus Roma, Mens Sana Siena, le due squadre di Bologna – Fortitudo e Virtus – hanno dovuto lottare, e in alcuni casi si sono dovuti arrendere alla Moncada, il cui patron presenta però il conto di un’annata complicata: “Per me, inoltre, è stata una grande sfida non solo portare Agrigento sui parquet di società e città molto importanti, ma capire fino a che punto ciò potesse appassionare gli agrigentini, farli uscire dalla loro apatia. Siamo riusciti nelle ultime stagioni regolari a portare dentro il palazzetto 1300/1500 spettatori, di cui 300 atleti, componenti dello staff e sponsor. Non di più. Siamo riusciti a coinvolgere un bel numero di sponsor, a quali sono grato e che ringrazio sempre. Alla fine, però, gli incassi tra botteghino e sponsorship rappresentano appena il 20% dell’intero costo della stagione. Nonostante questo, cioè un investimento non comune per il nostro campionato, ho continuato sempre con entusiasmo. Oggi però non mi diverto più. Già lo scorso anno avevo avuto sensazioni non positive, ma quest’anno questa sensazione si è fatta sempre più forte, confermata da eventi degli ultimi giorni”.

Si arriva dunque al nocciolo della questione, agli errori che Moncada ammette di aver fatto ma per i quali, in realtà, non può addossarsi in esclusiva le colpe. Anche se, in definitiva, il patron dimissionario non intende lasciare che ci sia qualcun altro al posto suo a recitare il mea culpa: “Non parlo dei risultati: sono uno sportivo, so che si vince e si perde e che nulla è scontato. Mi riferisco soprattutto all’evidenza di tanti errori fatti nelle scelte di uomini, di cui mi ritengo il principale responsabile. Abbiamo trovato nella camera di Perrin Buford le valigie pronte: ma un giocatore che deve fare tre partite di playoff perché prepara le valige prima di partire per Bologna? Chiaramente non perché i playoff vuole vincerli, anzi, magari pensava già di rientrare a casa una volta tornato dalla trasferta. Damen Bell-Holter ha fatto qualcosa di ancora più grave, di cui non parlerò, che lede l’onorabilità mia e della società, e sopratutto dello staff che ci ha creduto sino alla fine. Tutto questo, considerato come sono fatto, mi porta a prendere la decisione di rassegnare le mie dimissioni per aprire una discussione interna su come programmare in modo diverso il futuro di questa società. Ringrazio tutto lo staff il loro impegno ed in particolar modo Franco Ciani: spero che questo mio gesto sia di buon auspicio per prendere decisioni per un futuro con uomini migliori”.


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