Per Caronia negato l'arresto |Il gip: non ci sono indizi gravi - Live Sicilia

Per Caronia negato l’arresto |Il gip: non ci sono indizi gravi

La candidata: "Assoluta infondatezza e inconsistenza degli ipotizzati addebiti nei miei confronti".

L'ex deputata
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PALERMO – La procura di Palermo aveva chiesto anche per lei l’arresto. Ma secondo il Gip Marco Gaeta a carico della ex deputata regionale oggi candidata al consiglio comunale a sostegno di Fabrizio Ferrandelli “non sussistono indizi di colpevolezza qualificabili come gravi”. E così Marianna Caronia resta semplicemente indagata e la richiesta di custodia cautelare in carcere è stata respinta.

La ex deputata regionale palermitana è accusata dai pm di avere agito insieme a Giuseppe Montalto, segretario dell’assessore Giovanni Pistorio, nella qualità di capo della segreteria dell’assessore alla Famiglia per ostacolare una nomina, quella di Giuseppe Prestigiacomo, a consulente della commissione Trasporti dell’Ars, perché sgradito a Ettore Morace, inducendo i grillini della commissione ad assumere una posizione contraria.

In cambio, secondo l’ipotesi dell’accusa, Caronia avrebbe ottenuto l’accoglimento da parte di Morace di “tutte le richieste economiche avanzate a titolo di buonuscita per l’intervenuta cessazione del rapporto di impiego con la società Siremar. Inoltre, sempre secondo l’ipotesi accusatoria, Caronia grazie ai buoni uffici di Giuseppe Montalto, suo amico, avrebbe ottenuto da Morace che “una parte delle suddette richieste economiche nella misura di almeno 50 000 00 venisse saldata direttamente dal Morace previa presentazione da parte della Caronia di una fattura relativa a prestazioni inesistenti”.

La parte d’indagine che coinvolga Caronia riguarda la mancata nomina a consulente della Commissione Trasporti dell’Ars di Giuseppe Prestigiacomo, ex dipendente Siremar, sgradito a Ettore Morace. La Caronia, in base alle intercettazioni, aveva ricevuto una espressa richiesta d’aiuto affinché si prodigasse si prodigasse per scongiurare la nomina di Prestigiacomo, caldeggiata dal deputato di Ncd Piero Alongi. La nomina in effetti non andò in porto. Montalto, secondo gli atti dell’inchiesta, ne parlò tra l’altro con l’esponente grillino Sergio Tancredi e con il deputato Totò Lentini.

Caronia, secondo l’atto d’accusa dei pm, avrebbe beneficiato di una buona uscita a condizioni favorevoli, ottenendo 50mila euro più altri 50mila dati da Morace dietro la presentazione di una fattura. Ma secondo il gip “non può dirsi che il comportamento precedentemente adottato dalla indagata sia espressivo di una messa a disposizione della propria funzione a beneficio degli interessi di Ettore Morace o che in qualche modo siano stati da lei compiuti atti conformi contrari ai doveri di ufficio quale attuazione di un pregresso accordo corruttivo. La Caronia infatti – scrive il gip – si era mostrata particolarmente restia a venire incontro alla richiesta di aiuto del Morace limitandosi soltanto a precisare che esercitando la propria funzione politica avrebbe continuato ad ostacolare la nomina di Prestigiacomo in seno alla quarta Commissione così come gia pochi giorni addietro aveva fatto senza alcun preventivo accordo o richiesta in tal senso del Morace in quanto soggetto a lei non gradito e non perché Morace glielo avesse chiesto”.

“Con la serenità, la fermezza e la chiarezza che ha sempre contraddistinto il mio operato comunico che oggi sono stata raggiunta da un avviso di garanzia. Un atto dovuto con il quale la Procura di Palermo mi ha doverosamente informato che ben potrò rendere, nei modi e termini di legge, tutti quei chiarimenti che serviranno a dimostrare, in ogni sede, la assoluta infondatezza e inconsistenza degli ipotizzati addebiti nei miei confronti. Condotta quest’ultima alla quale mi accingo non appena me ne verrà data occasione”. Così in un comunicato Caronia ha commentato la vicenda.

“Ribadita dunque la mia piena fiducia nell’operato della magistratura, fiducia che ciascuno, in uno Stato di diritto e di democrazia ha il diritto e dovere di potere riporre, e sottolineato che l’avviso di garanzia è esclusivamente un atto di informazione ‘dovuto’ al cittadino e non può mai costituire un’anticipazione di giudizio, con forza e assoluta serenità riaffermo il mio intendimento di continuare, senza se e senza ma, la mia campagna elettorale – conclude – certa che la coincidenza temporale tra l’attuale sfida sociale alla quale mi accingo e l’odierno occorso sia appunto unicamente una spiacevole evenienza”.

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