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PALERMO – “Nel 2013 il trasporto marittimo costava 91 milioni di euro. Una cifra che a me apparve vistosamente alta. E fu oggetto di una serie di incontri con l’assessore allora alle Infrastrutture, il responsabile di dipartimento, per fare chiarezza sulle cifre”. Così il presidente della Regione Rosario Crocetta, nel corso di una conferenza stampa a Palazzo d’Orleans. Al suo fianco, l’avvocato Vincenzo Lo Re.
“Nel 2014 e nel 2015 non a caso, grazie alle mie insistenze, il costo si abbassa a 66 milioni di euro l’anno. In quel periodo, c’era ancora l’assessore Torrisi, ho ricevuto una nota dell’allora direttore, molto preoccupato perché l’allora dirigente aveva una figlia assunta nella ditta di Morace. Con Torrisi abbiamo denunciato alla Procura tutto, e abbiamo rimosso la dirigenza”.
“Ho anche pensato – prosegue Crocetta – che ci fosse una lobby che fosse contraria alla riduzione dei costi per i trasporti marittimi. Avrei voluto dire tutto questo alla magistratura e fare la conferenza stampa dopo aver parlato con i magistrati. Ma quando escono una serie di indiscrezioni, ho il dovere di chiarire ai cittadini esattamente il mio ruolo in questa vicenda. E soprattutto la condivisione all’azione della magistratura in questo settore”.
“Sono sereno – continua Crocetta – e mi affido alla magistratura, nei confronti della quale ho fiducia. Io non sono salito sulla barca di Morace, nè ora nè mai. Nè in nessuna barca privata. Non esiste una sola intercettazione tra me e Morace. Quindi non si capisce quali siano queste frequentazioni così frequenti. Dimostrerò che quelle parole sono false e io porterò le prove”.
Sull’indagine, Crocetta spiega che “io non sono indagato su questo presunto viaggio in barca. Il mio nome non è presente in questa inchiesta. Anche quando ero a Filicudi, io rifiutavo i giri in barca perché sapevo che me lo avrebbero fatto fare gratis. Non andavo nei lidi perché temevo non mi facessero pagare perché il presidente della Regione fa pubblicità all’Isola. Così me ne andavo tra gli scogli, tra le pietre, senza ombrellone”.
“Montalto? Strano – dice Crocetta – che io possa avere rapporti con chi, all’indomani della famosa falsa intercettazione di Tutino, ha accompagnato uno degli autori dell’articolo dai carabinieri. Per cosa sono indagato? Perché nel mese di marzo Morace ha fatto un bonifico di cinquemila euro al mio movimento Riparte Sicilia. Bonifico che lunedì sarà già restituito. Sarebbe la prima tangente della storia, fatta con un bonifico bancario. Bonifico che può fare chiunque. Sono così coglione, così cretino da farmi corrompere con un bonifico… Sarei il primo caso al mondo di una corruzione chiesta con un bonifico: mi autoproclamo a primo presidente coglione della Regione”.
“Questi sono i fatti – conclude Crocetta – ora se volete crocifiggetemi pure. Non sono stato arrestato, nè rinviato a giudizio. Spiegherò tutti ai magistrati. Può darsi che l’avviso sia un atto dovuto perché qualcuno mi ha calunniato. Vedremo”.
“L’invito a comparire – precisa l’avvocato del governatore Vincenzo Lo Re – ci consente di chiarire tutto, a differenza di un avviso di garanzia. E per questo ringraziamo la Procura. Nell’invito a comparire non si fa riferimento nè a vacanze, nè a barche. Niente altro che quel bonifico al movimento politico, fatto secondo la legge. Non si fa riferimento nemmeno ad atti della giunta contrario ai doveri d’ufficio”.
“La mia vita – conclude Crocetta – è all’insegna della sobrietà. Così come dovrebbe essere per un politico. Non ho ville, non ho barche, e non frequento hotel di lusso. Le elezioni di Trapani? Non spetta a me intervenire, ma l’eventuale scioglimento o il blocco delle elezioni spetterebbe eventualmente al ministero dell’Interno”.
