Accademia della Crusca |Premiati studenti di Caltagirone - Live Sicilia

Accademia della Crusca |Premiati studenti di Caltagirone

Un cortometraggio sulla Divina Commedia.

IL RICONOSCIMENTO
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CATANIA – Riconoscimento speciale agli ex alunni del liceo scientifico “Majorana” impegnati in un cortometraggio dedicato al IV Canto del Paradiso di Dante. Gli anni del liceo, si sa, sono irripetibili. Già perché, quando hai condiviso l’ansia per la penna del “prof” che scorre sul registro a caccia di “vittime”, hai condiviso tutto. O quasi. E se conclusa la maturità rimangono cassetti colmi di ricordi, costretti a fare spazio alle esperienze future, c’è chi a distaccarsi da quel quinquennio non ci pensa proprio. E così, accade che il tanto odiato-amato Dante diventi elemento di trait d’union.

È quello che è successo agli ex alunni dell’istituto “E. Majorana” di Caltagirone grazie ad un concorso indetto dall’Accademia della Crusca in collaborazione con l’editore Loescher. Dopo aver partecipato e vinto le due ultime edizioni, la “Compagnia dei pelandroni” (questo in realtà il loro nome d’arte) non si è lasciata sopraffare da viziosa pigrizia ne da problemi logistici. Tutti uniti per un obiettivo comune: la realizzazione di un cortometraggio con lettura o recitazione di un canto della Divina Commedia.

“Questa volta – spiega Giuseppe Federico, regista e sceneggiatore del video al primo anno di Medicina a Catania – ci siamo occupati del quarto canto del Paradiso, quello in cui Dante è sopraffatto da dubbi che successivamente Beatrice avrà il compito di sciogliere. Non è stato facile organizzare e coordinare il lavoro per via, soprattutto, delle distanze visto che molti di noi si sono trasferiti in altre regioni per impegni di studio. Abbiamo realizzato il cortometraggio in tempi record, approfittando delle vacanze pasquali. Esattamente due giorni e mezzo per le riprese e circa cinque per il montaggio di cui si è occupato il nostro professore di Lettere, Gianfranco Faillaci”.

Un progetto, insomma, figlio dei tempi moderni. In cui ad accorciare le distanze ci pensano telefonate, video chiamate, chattate e l’ispirazione notturna, sopraggiunta durante la lettura del volume da studiare per l’imminente esame. Con un risultato finale non affatto deludente.

“Abbiamo potuto presentare il lavoro – precisa Annalisa Guzzardi, studentessa di Lettere a Bologna, che insieme a Giuseppe si è occupata della sceneggiatura – qualche giorno dopo la scadenza dei termini previsti, consapevoli che ciò ci avrebbe penalizzato. Non ci aspettavamo affatto di ottenere, invece, una menzione d’onore che ha ripagato la nostra voglia di partecipare e di sentirci di nuovo un’unica squadra. Per la realizzazione ci siamo ispirati ad esempio ad Escher, alle sue scale piene di illusioni ottiche che rispecchiano la natura delle anime del paradiso e il significato simbolico dei loro gradi di beatitudine”.

E per la prima volta l’angelica Beatrice appare in chiave decisamente moderna. “La rappresentazione di Beatrix – precisa Giuseppe Federico – è nata dalla volontà di innovare l’estetica con cui si presenta la divina. Dante parla di concetti e idee assolutamente attualizzabili, ma per far ciò è necessario presentare il tutto con uno stile più vicino ai nostri giorni, più legato al presente e proiettato al futuro: dal passato si impara, ma bisogna costantemente cercare di rinnovare il modo in cui si presentano le cose per non scadere in una ripetizione passiva. La fase di creazione nasce sempre da momenti particolari, da canzoni, da tanti indefiniti elementi che insieme si condensano in un’immagine mentale da riportare su mezzi materiali”.

Accomunati dalla passione per il cinema, la “Compagnia dei pelandroni” è composta da giovani che amano quella parte di Sicilia che non si lascia incantare dal sole “narcotizzante” gattopardiano. “Abbiamo deciso di trattare all’interno del cortometraggio – precisa Samuele Drago, direttore della fotografia e studente di Economia a Trento – il tema della mafia visto che nel canto si fa riferimento all’inadempienza dei voti e ai martiri. Nel progetto c’era l’idea di concentrarci su varie pagine di storia italiana che hanno avuto per protagonisti episodi di ingiustizia e violenza per dare al nostro lavoro un ampio respiro. Purtroppo, però, per problemi logistici e di tempo abbiamo alla fine deciso di concentrarci sui fenomeni che hanno coinvolto la Sicilia, inserendo alcune scene del murales presente all’esterno del carcere di Piazza Lanza con i volti di Giovanni Falcone, Paolo Borsellino e delle altre vittime. Dobbiamo ringraziare il nostro professore di Italiano che ha sempre creduto nelle nostre potenzialità, anche adesso che non siamo più suoi alunni, facendoci capire l’importanza di andare oltre la spicciola lezione”.

 

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