"Dammi 50 euro e la chiudiamo qui"| Commissario dei vigili condannato - Live Sicilia

“Dammi 50 euro e la chiudiamo qui”| Commissario dei vigili condannato

Era accusato di concussione. Assolta una vigilessa.

PALERMO - IL PROCESSO
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PALERMO – Condannato il commissario, assolta l’agente. La prima sezione penale della Corte d’appello, presieduta da Gianfranco Garofalo, ha inflitto cinque anni di carcere a Francesco D’Antoni (un anno e mezzo in meno della sentenza di primo grado) per concussione.

L'avvocato Tommaso De Lisi

Scagionata Manuela Rita Bannò che in virtù della sentenza era stata interdetta dai pubblici uffici e licenziata. “Ora dovrà essere reintegrata e potrà tornare al lavoro”, spiega il suo legale, l’avvocato Tommaso De Lisi.

Secondo l’accusa, i due poliziotti municipali avevano chiesto 50 e 39 euro a due automobilisti per chiudere un occhio ed evitare il ritiro della patente e il sequestro della macchina. Uno dei due cittadini si è costituito parte civile. Fu lui a raccontare quanto sarebbe accaduto una sera di marzo del 2011. Aveva svoltato da via Duca della Verdura in direzione via Libertà. Una manovra non consentita. Da qui l’alt imposto dalla pattuglia con a bordo i due agenti.

A quel punto “mi hanno detto che c’era questa infrazione e il ritiro della patente”. Quindi la frase cruciale: “Dai per questa volta facciamo finta di niente… devi pagare un’oblazione di 55 euro e la finiamo qui”. E così l’automobilista, al quale non fu rilasciata una ricevuta, andò allo sportello bancomat, prelevò i soldi e li consegnò al commissario che si è sempre difeso: “Mai visto il signore, non sono stato io a fare la multa”.

Tornando a casa furono i genitori della parte civile a convincere il figlio: doveva denunciare l’accaduto. E così fece. La sua parola contro quella del vigile. C’erano, però, dei riscontri. A cominciare dal fatto che la pattuglia era davvero in servizio in quella zona la sera della multa. Non ha retto neppure la tesi difensiva secondo cui, il ragazzo si era inventato la storia della contravvenzione per giustificare il prelievo dei contanti ai genitori.

Diverso è il caso dell’agente Bannò, sottoposto del  D’Antoni. In ogni caso, l’avvocato De Lisi, ha fatto emergere che quella sera non ebbe un ruolo attivo nella vicenda. I due imputati, assieme ad altri agenti di polizia municipale, sono finiti sotto accusa in un’altra inchiesta per alcuni presunti fasi e abusi commessi nella verbalizzazione di un altro incidente.


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