PALERMO– “Vogliamo passare da uno che è sindaco da 23 anni a un sindaco di 23 anni”. Giorgia Meloni, in visita a Palermo per sostenere il candidato a sindaco Ismaele La Vardera, riassume così il senso della partecipazione di Fratelli d’Italia alle elezioni amministrative palermitane. Al centro dell’intervento di Meloni anche la difesa dell’identità italiana e l’operato delle Ong che operano nel settore dell’accoglienza di migranti.
L’aria è quella di una festa di partito, con i banchetti dei libri di Almirante e le magliette con slogan in vendita per autofinanziamento. Meloni arriva puntuale, e dopo qualche autografo e foto con i militanti entra in sala per parlare della candidatura di La Vardera e per inquadrarla nel contesto nazionale: “Ovunque in Europa si fanno alleanze per impedire di cambiare lo status quo, e questo scenario c’è anche a Palermo”. Meloni continua il suo intervento con uno slogan che ricorda quello con cui Donald Trump ha vinto le elezioni statunitensi: “Il nostro programma, a Palermo come in tutta Italia, è mettere gli italiani prima di tutto”. Difesa della famiglia, del lavoro, dei confini e dell’identità italiana sono i temi su cui Meloni si concentra, parlando soprattutto dell’immigrazione. “Quello che è in corso – dice l’ex ministro della Gioventù – è un movimento di sostituzione etnica finanziato dalle multinazionali. Il caso delle Ong che si spingono fino alle coste libiche, e del richiamo al Csm del pubblico ministero Zuccaro che indaga su di loro, è la dimostrazione che in Italia non si può parlare di certe cose”.
Ringraziando Meloni, La Vardera ribadisce quanto detto ieri durante la manifestazione con Salvini. “Rivendico di non avere esperienza – dice La Vardera – perché è chi ha esperienza ad avere portato Palermo allo stato in cui è oggi”. Nel corso del suo discorso La Vardera annuncia la sua partecipazione alla Marcia per la famiglia: “Dobbiamo dire chiaramente che la famiglia è fatta da un uomo, una donna e un bambino normali. Di questo parliamo, di sostenere la nostra identità”. Il candidato del Centrodestra attacca poi il sindaco uscente: “Orlando è il limite culturale di questa città, e ci ha fatto credere di essere l’unica alternativa. Le periferie ci stanno chiedendo aiuto”.
