Fiumi di droga dalla Kalsa| Un ex convento la base operativa - Live Sicilia

Fiumi di droga dalla Kalsa| Un ex convento la base operativa

La piazza della Kalsa a Palermo

La droga veniva consegnata anche a domicilio. Tra i clienti gli studenti dell'istituto Nautico.

PALERMO - IL BLITZ
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PALERMO – Dal cuore del centro storico la droga arrivava a fiumi nei quartieri popolari, nelle periferie e in provincia. E’ quanto hanno accertato polizia e carabinieri nel corso del blitz che ha portato a tredici arresti alla Kalsa, la zona che si conferma, ancora una volta, cuore pulsante dell’attività di spaccio a Palermo. E al vertice dell’organizzazione ci sarebbe stato il fratello di Gino Abbate, detto “Gino u’ mitra”, ovvero Ottavio Abbate che, nonostante fosse sottoposto alla sorveglianza speciale, avrebbe gestito in prima persona la rete che piazzava le partite di droga.

Al suo fianco, in base quanto è emerso dalle indagini condotte dai poliziotti del commissariato Oreto-Stazione e dai carabinieri della compagnia di Monreale, un uomo che ricopriva il ruolo di “factotum”. Antonino Augello, 41 anni, sarebbe stato il braccio destro di Abbate: con lui gestiva la rete di spaccio, le conversazioni avvenivano soprattutto a bordo di una Smart da cui le microspie degli investigatori hanno captato gli elementi utili a ricostruire i movimenti dell’organizzazione.

A farne parte anche Giovanni Pilo e Laura Pirinei, marito e moglie che avrebbero procurato la sostanza stupefacente per il territorio di San Giuseppe Jato, Partinico e Montelepre. E’ proprio monitorando la coppia che i carabinieri sono arrivati alla Kalsa: i due avrebbero agito insieme a Filippo D’Angelo, che stava già scontando una pena ai domiciliari. Misura che avrebbe violato ripetutamente, così come immortalato dalle telecamere. Al momento dell’arresto, stanotte, è stato trovato con 64 dosi di hashish.

Una rete organizzata e coordinata che aveva la base operativa nei locali di un ex convento in disuso in discesa dei Bianchi. A pochi metri da piazza Kalsa gli arrestati avrebbero infatti avuto a disposizione depositi e magazzini nella struttura che gli investigatori definiscono “labirintica”. Da lì sarebbero partite le dosi di droga da spacciare anche a domicilio. Inoltre, l’area sarebbe stata il punto di riferimento per i clienti più giovani, compresi gli studenti del vicino istituto Nautico.


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