Dagli arresti alla vittoria elettorale | Fazio resta il 're' di Trapani - Live Sicilia

Dagli arresti alla vittoria elettorale | Fazio resta il ‘re’ di Trapani

Per 16 giorni ai domiciliari e lontano dalla campagna elettorale, centra il ballottaggio. Ma all'orizzonte c'è lo spettro della legge Severino.

Le Amministrative
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TRAPANI – E’ rimasto lontano dalla campagna elettorale per sedici giorni, vicinissimo al ritiro, costretto ai domiciliari in virtù dell’accusa di aver messo in atto un pressing nei confronti dei dirigenti regionali affinché favorissero la Liberty Lines dell’amico Ettore Morace. Sulle spalle l’accusa di corruzione, il fardello di un’inchiesta che i magistrati definiscono un “romanzo della corruzione”, eppure la luna di miele tra Mimmo Fazio e i trapanesi sembra intatta. L’ex sindaco che sogna di ritornare a Palazzo D’Alì ha raccolto quasi il 32% dei consensi, centrando il ballottaggio. I numeri raccontano di un grande consenso ancora nelle mani dell’ex sindaco: Fazio, ritornato in campagna elettorale soltanto negli ultimi giorni a ridosso del voto, ha chiuso a 10.566 preferenze, contro le 8.732 del dem Piero Savona e le oltre 7.797 di Antonio D’Alì. E ora l’ex sindaco diventa l’uomo da battere.

Tra quindici giorni se la vedrà con il candidato del Partito democratico, ma all’orizzonte potrebbe arrivare un ostacolo decisamente più difficile da aggirare rispetto a quello delle urne: si tratta della legge Severino, che ha già avuto i suoi primi effetti sul deputato regionale del gruppo Misto con la iniziale sospensione dall’Ars. Le norme entrate in vigore nel gennaio 2013, infatti, prevedono la sospensione dalla carica per almeno 18 mesi qualora intervenga anche una sentenza di primo grado. Il provvedimento verrebbe disposto direttamente dalla Prefettura.

Fazio respinge le accuse (“sfido chiunque a trovare un solo atto da me messo in campo per favorire Liberty Lines”) e scaccia lontano il rischio che i trapanesi possano eleggere un sindaco che non possa espletare il suo ruolo. Lo stesso deputato, cosciente della eventualità, ha già spiegato che nel caso arrivasse una condanna lascerebbe la poltrona di sindaco. Al momento, tuttavia, l’unica certa è la noncuranza dei trapanesi verso le vicende giudiziarie dell’ex sindaco, che ha avuto la meglio anche sul senatore di Forza Italia Antonio D’Alì, giunto terzo e anche lui alle prese con problemi giudiziari come la richiesta di soggiorno obbligato avanzata nei suoi confronti da parte della Procura di Palermo.

Difficile interpretare il pensiero di chi, da Torre Ligny ai piedi di Monte Erice, ha deciso di puntare comunque le fiches su Fazio: macchina del consenso o semplice disinteresse per le cronache giudiziarie da parte di una città che spesso chiede solo pulizia delle strade e disciplina negli uffici pubblici. Quell’ordinaria amministrazione che nell’era Damiano ha avuto difficoltà a esplicarsi e che tutti in città riconoscono all’ex sindaco, rimasto incontestabilmente uno dei potenti di Trapani.


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