Frodi informatiche e attacchi hacker |L'ultima frontiera delle estorsioni - Live Sicilia

Frodi informatiche e attacchi hacker |L’ultima frontiera delle estorsioni

Quattro persone tratte in arresto. TUTTI I NOMI

Operazione Criptoloker
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CATANIA – Sgominata banda criminale esperta in truffe informatiche: quattro arresti. L’operazione Criptolocker prende il nome dal malware inserito dal gruppo all’interno dei computer di svariati imprenditori per carpirne i dati e ricattarli. E’ questa l’ultima frontiera del cavallo di ritorno, estorsioni 2.0 messe in atto da esperti informatici pronti ad estorcere fino a settemila euro a imprenditori e comuni cittadini (tanti i catanesi) in cambio del recupero dei propri dati. Un giro d’affari che poteva fruttare al sodalizio fino a trentamila euro mensili. Il riscatto veniva richiesto via mail. La polizia postale di Catania è riuscita a fermare la banda, con sede a Napoli, operante su tutto il territorio nazionale, grazie a sofisticate operazioni di indagini informatiche, definite “tecnicamente il più attrezzato d’Italia” dal Procuratore Carmelo Zuccaro.

A finire in cella sono stati quattro napoletani: Gennaro Bozzaotro detto Genny, Raffaele Bozzoaotro (“Lello”), Giuseppe De Simone alias Peppe e Carmine Amato soprannominato Carminiello. Le accuse sono di avere promosso, diretto o organizzato il delitto di associazione per delinquere finalizzata alla commissione di estorsioni, frodi informatiche, accessi abusivi e danneggiamenti a sistemi informatici, sostituzioni di persone e truffe. I quattro avrebbero ricoperto posizioni apicali all’interno del gruppo. Altre tre le persone sottoposte alle indagini per i medesimi titoli di reato in posizioni non apicali ma di “meri partecipanti”, per questo nei loro confronti non sono state avanzate le richieste di misura cautelare.  “I delitti che hanno consentito di chiedere e ottenere la misura cautelare sono la fattispecie associativa, la tentata estorsione all’imprenditore catanese e le frodi informatiche”, spiega il magistrato Michela Maresca”. Dalle indagini congiunte sono emersi molti altri reati per i quali non è stato possibile muovere alcuna contestazione per improcedibilità perché necessitano della querela delle persone offese”, ha aggiunto Maresca. “Le indagini sono state condotte in tempi rapidissimi”, ha spiegato il Procuratore Carmelo Zuccaro. “La Procura già a dicembre di quest’anno ha presentato la richiesta di misura cautelare, in questi casi l’urgenza dell’attività serve a ridurre la cerchia di vittime che altrimenti poteva crescere a dismisura”, ha aggiunto.

A dare avvio all’operazione è stata la denuncia per accesso abusivo e tentata estorsione sporta nel febbraio di un anno fa da un imprenditore catanese, vittima del virus in grado di bloccare tutti i dati presenti nei pc. Attraverso complesse analisi di dati informatici e di tabulati telefonici e intercettazioni telefoniche, è stato possibile risalire all’identità dei componenti il sodalizio criminoso, dedito ad un’ampia attività illecita legata all’uso del  malware e alla realizzazione di frodi informatiche, di accessi abusivi a sistemi informatici, di truffe e di sostituzioni di persona. In particolare, sono stati accertati attacchi informatici ad aziende alle quali sono state sottratte le credenziali di accesso ad indirizzi di posta elettronica, a conti correnti on-line e a piattaforme di vendita digitali. Così facendo, i sodali eseguivano truffe secondo lo schema del “man-in-the-middle”, cioè si sostituivano per lo più a professionisti, trattavano con i relativi clienti, concludevano affari e, indicando coordinate bancarie relative a conti correnti a sé riferibili, si impossessavano dei relativi guadagni. Anche in questo caso tra le vittime del gruppo c’era un imprenditore catanese che ha sporto denuncia. Tra le tracce seguite dagli inquirenti c’è anche una pagina Facebook (“Truffatore: avviso per tutti”) creata da utenti vittime di truffa. “Sul web abbiamo trovato una pagina Facebook, gestita da persone truffate, nata per lanciare l’allarme, spiegando la modalità della truffa e invitando alla denuncia”, ha spiegato il dirigente della Polizia Postale etnea, Marcello La Bella. Nel programma criminale vi era inoltre l’intenzione di creare un sito web falso di un istituto bancario, per carpire i dati di home banking dei relativi clienti.

Nel programma criminale vi era inoltre l’intenzione di creare un sito web falso di un istituto bancario, per carpire i dati di home banking dei relativi clienti. “Il fenomeno del Criptolocker è molto diffuso e grave: oggi senza il mezzo informatico siamo paralizzati ed è più facile cedere al ricatto, siamo di fronte a un cavallo di ritorno ben più importante del motorino e della macchina”, ha spiegato il Questore.  “Qui siamo di fronte a una violazione della personalità e della privacy, cose che non hanno prezzo, la polizia postale c’è ed è attrezzato però deve ricevere denunce per intervenire”, ha aggiunto il Questore Giuseppe Gualtieri. Una prima buona mossa riguarda l’ambito della prevenzione: controllare il mittente delle mail, aggiornare il pc e munirsi di un buon antivirus. “La prevenzione è l’arma migliore”, chiosa La Bella.

 

 

 

 

 

 

 


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