Il 'nuovo' Palermo targato Zampa| Solo consigli o scelte vincolanti? - Live Sicilia

Il ‘nuovo’ Palermo targato Zampa| Solo consigli o scelte vincolanti?

Baccaglini continua a tacere, restando sullo sfondo. Nonostante gli annunci, il futuro rimane poco chiaro.

il futuro rosanero
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PALERMO – La quiete dopo la tempesta. Il closing si farà entro il prossimo 30 giugno e il Palermo conoscerà una nuova stagione di rilancio. Un nuovo corso. Forse. Perché, in realtà, ci sarà molto di Zamparini nelle mosse future del club rosanero. Il patron uscente sarà un consigliere che agirà da plenipotenziario. Nessuna supposizione, nessun dietro le quinte da svelare. A dirlo è lo stesso imprenditore friulano e a confermarlo ci pensano i fatti. A cominciare dall’individuazione del nuovo tecnico: Bruno Tedino, una scelta dichiaratamente zampariniana. Con l’ex presidente che ha pescato dal Pordenone e quindi catechizzato e ricevuto per primo l’uomo chiamato a riportare il Palermo in serie A. Scenario identico per quel che riguarda la figura di direttore sportivo: difficile che Carli possa accettare, avendo a più riprese manifestato l’intenzione di lavorare mantenendo una certa libertà d’azione. Possibile che la poltrona lasciata vacante da Salerno in primavera venga colmata da Fabrizio Salvatori, bissando la percorrenza del cammino che un’estate fa portò, in maniera più traumatica, Daniele Faggiano alla corte rosanero dopo aver salutato Trapani. Anche se nelle ultime ore è spuntata la candidatura di Fabio Lupo, in passato al Teramo.

Nessuna interruzione del rapporto con il “pool” dell’est Europa: altro chiaro indirizzo della potenza decisionale mantenuta dall’imprenditore friulano. Conferma per i pupilli slavi, leggasi Posavec, Trajkovski e Balogh, via l’italiano prima confinato in panchina e poi reo di aver sollevato un polverone mediatico a retrocessione praticamente divenuta inevitabile: chiaro riferimento ad Alino Diamanti, la cui parentesi palermitana è durata lo spazio di nove mesi. Scelta partorita in quel di Aiello del Friuli, evidentemente. L’avvio del ritiro sarà un altro successo del patron uscente: si comincerà, come da tradizione, da Bad Kleinkirchheim, ovvero da quella Carinzia arcinota meta estiva dell’ex proprietario del Venezia. Che magari, chissà, avrà anche la possibilità di “consigliare” eventuali moduli da adottare, calciatori da schierare ed esoneri da decretare, con conseguente indicazione anche sui possibili sostituti per rilanciare la squadra in momenti di crisi non auspicabili ma da mettere in conto. Insomma, un film già trasmesso per 15 anni sui maxischermi del “Barbera”.

E Baccaglini? Ci pensa sempre Zamparini a fare chiarezza: “Baccaglini ascolta me in materia di calcio, io ascolto lui per quel che riguarda la finanza”, diceva ieri a LiveSiciliaSport. L’ex proprietario ordina, pardon “suggerisce”, e il presidente esegue. Tutto qui? Davvero possibile per l’ex Iena accettare di metterci faccia e denari (se non suoi, degli investitori coinvolti nell’operazione Palermo) e rimanere in silenzio per consentire alla precedente reggenza di fare e disfare? Come se ai cinesi fosse ancora Berlusconi a dettare la linea, dopo aver mantenuto Galliani nel ruolo di amministratore delegato e aver scritto insieme a Montella la lista della spesa facendo leva sulla capacità del portafoglio di chi ne ha raccolto l’eredità. Al Milan, in realtà, è cambiato tutto, come logica imponeva. E inoltre: si farà mai chiarezza sulla natura degli investimenti necessari per rilanciare una squadra reduce da una retrocessione in B? E come se non bastasse: in che modo questi stessi investimenti permetteranno di costruire stadio e centro sportivo? I comunicati non spiegano, Baccaglini non parla e tutto rimane sospeso nell’iperuranio: poco male, c’è pur sempre papà Maurizio pronto a dare un consiglio.⁠⁠⁠⁠


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