Arrestato l'ex sindaco di Niscemi | L'accusa: voto di scambio - Live Sicilia

Arrestato l’ex sindaco di Niscemi | L’accusa: voto di scambio

Foto Ivana Baiunco

Disposti i domiciliari per Francesco La Rosa (nella foto). Nove le ordinanze eseguite: i nomi

Inchiesta della Dda di Caltanissetta
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CALTANISSETTA – C’è anche l’ex sindaco di Niscemi, Francesco La Rosa, tra gli arrestati dell’inchiesta della Dda della Procura di Caltanissetta per voto di scambio mafioso. Per lui, un ex consigliere comunale della sua lista e due esponenti del suo entourage sono stati disposti gli arresti domiciliari. Ad appoggiarlo sarebbero stati il boss di Niscemi, Giancarlo Giugno, e di Gela, Alessandro Barberi. Al centro delle indagini un presunto patto stretto tra il candidato e la mafia per le elezioni amministrative del 2012.

La Rosa è ancora presente nel Comune come consigliere. Ruolo che gli spetta di diritto in quanto sconfitto al ballottaggio a sindaco di 4 giorni fa. Elezione, quest’ultima, che non entra nell’inchiesta della Dda della Procura di Caltanissetta diretta da Amedeo Bertone, che ha coordinato le indagini di squadra mobile e dei commissariati della polizia di Stato di Gela e Niscemi. La Rosa faceva già parte della Giunta Comunale nel 2004 quando l’Ente venne sciolto per infiltrazione mafiosa. Calogero Attardi, anche lui agli arresti domiciliari, è stato eletto, nel 2012, consigliere comunale con 356 voti, risultando il più votato della lista ‘La Rosa sindaco’. Oltre che consigliere comunale è stato, nella precedente amministrazione, dal 2015 al 2017, assessore ai Lavori Pubblici del Comune di Niscemi. Circa due mesi fa Calogero Attardi si è dimesso dal Comune di Niscemi per prepararsi alla candidatura alle prossime regionali in Sicilia.

La polizia ha eseguito nove ordinanze di custodia cautelare per i reati di associazione mafiosa e scambio di voti emesse dal G.I.P. del Tribunale di Caltanissetta. Le indagini degli uomini della squadra mobile, insieme a quelli del Commissariato di di Niscemi e Gela, hanno permesso di accertare che appartenenti a “Cosa Nostra” di Niscemi e di Gela si incontravano in aperta campagna per discutere accordi politico-mafiosi.

La Rosa si era presentato anche alle ultime amministrative al Comune di Niscemi ed era andato al ballottaggio di quattro giorni fa, quando è stato sconfitto da Massimiliano Valentino Conti che avuto il 58,65% dei voti a fronte del sindaco uscente che ha ottenuto il 41,35% delle preferenze. Entrambi erano sostenuti da liste civiche. Quest’ultime consultazioni comunali non sono oggetto dell’inchiesta della Dda della Procura di Caltanissetta. Per quattro l’ordinanza prevede il carcere, per gli altri cinque gli arresti domiciliari.

Nell’inchiesta della Dda della Procura di Caltanissetta su mafia e amministrative a Niscemi del 2012 sono nove le persone destinatarie del provvedimento restrittivo emesso dal Gip. Sono Giancarlo Lucio Maria Giugno, di 59 anni, detenuto nella casa circondariale di Terni; Salvatore Ficarra,di 47; Francesco Spatola, di 53; Francesco Alesci, di 48; Francesco La Rosa, di 54, ex sindaco di Niscemi; Calogero ‘Carlo’ Attardi, di 31, ex consigliere comunale eletto nella lista per La Rosa; Giuseppe Attardi, di 54, padre di Calogero, imprenditore; e Salvatore Mangione, di 47, e Giuseppe Mangione, di 44, collaboratori dell’ex sindaco. Giugno, Ficarra, Spatola e Alesci sono accusati di associazione mafiosa, per aver fatto parte di Cosa nostra; La Rosa Francesco, Attardi Calogero, suo padre Giuseppe, Mangione Salvatore, Mangione Giuseppe di scambio elettorale e sono stati posti agli arresti domiciliari. Il provvedimento è stato eseguito da personale della Squadra Mobile della Questura di Caltanissetta e agenti dei commissariato della polizia di Stato di Niscemi e Gela.


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