Tentato omicidio di un militare | Niente aggravanti, sconti di pena - Live Sicilia

Tentato omicidio di un militare | Niente aggravanti, sconti di pena

Il Palazzo di giustizia di Palermo

La vittima usciva da una sala scommesse in via Cavour.

PALERMO – Cade l’aggravante dei futili motivi e arrivano sconti di pena per gli imputati accusati del tentato omicidio di un ex carabiniere. Alessandro Bertolino è stato condannato a 10 anni (in primo grado ne aveva avuti 16 anni e 8 mesi), Antonino Randazzo a 15 anni (18 anni e 8 mesi in primo grado), Anes Boukadida a sei anni e mezzo con la concessione delle attenuanti generiche (10 anni e mezzo nel primo giudizio). Era già stato condannato in abbreviato a 12 anni e 8 mesi Alessandro La Targia.

Furono tutti arrestati con l’accusa di essere tra i responsabili del tentato omicidio di Mariano Ferro, 46 anni. Ferro fu ferito con diversi colpi di pistola la notte del 6 ottobre 2014 all’uscita da una sala Bingo in via Cavour, a Palermo. Da quel giorno per lui è iniziato un calvario ospedaliero. È rimasto vivo per miracolo, ma ha gli hanno asportato la milza. Si era costituito parte civile con l’assistenza dell’avvocato Enrico Tignini.

Lo colpirono a bruciapelo in via Cavour. Un agguato, secondo le indagini coordinate dal pubblico ministero Siro De Flammineis, programmato da più persone. In manette, oltre a La Targia, finì Bertolino, titolare dell’Alex Pub di via Spinuzza a pochi passi dal punto in cui furono sparati i colpi di pistola. Ed è proprio nel suo locale, come avrebbero confermano le immagini di alcune telecamere di sicurezza, che sarebbe stata pianificata la rapina. Qui Bertolino avrebbe consegnato la pistola a Randazzo e La Targia.

L’ex carabiniere uscì dalla sala scommesse intorno alle 4 e mezza. Una volta giunto in macchina fu avvicinato. Non fece resistenza e consegnò il borsello. Non c’erano soldi dentro, quella sera la fortuna non aveva girato a suo favore. Ed ecco la reazione degli aggressori: spararono tre colpi di pistola che raggiunsero l’ex carabiniere. Subito dopo i fatti fu arrestato il tunisino Boukadida, che ha sempre negato di avere partecipato al colpo, nonostante le immagini lo ritraessero accanto alla persona che teneva in pugno una pistola calibro 7.65. Gli altri arresti, invece, furono eseguiti mesi dopo grazie al lavoro della sezione Antirapina della Squadra mobile di Palermo.


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