Il Pd e il rischio isolamento |Voglia di listone tra i centristi - Live Sicilia

Il Pd e il rischio isolamento |Voglia di listone tra i centristi

SI cerca il piano B. Spunta il nome di Chinnici. E' stallo, moderati verso una lista unica di ex Dc

Regionali, il punto
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PALERMO – A tre giorni dalla proclamazione del candidato pentastellato a Palazzo d’Orleans, centrodestra e centrosinistra arrancano ancora. E la confusione sui perimetri delle alleanze è ancora tanta, per non parlare di quella relativa ai candidati.

I grillini. I pentastellati hanno votato i loro candidati all’Ars. E nel weekend sceglieranno il nome per la corsa a Palazzo d’Orleans. Il deputato regionale nisseno Giancarlo Cancelleri resta in pole position ma la sfida è aperta. Chi la spunterà otterrà l’investitura domenica a Palermo da Grillo e Casaleggio. E avvierà la campagna al termine della quale Beppe Grillo punta a conquistare la prima regione a 5 Stelle d’Italia, viatico importante in vista delle prossime politiche.

Il centrosinistra. Ormai alla candidatura di Piero Grasso non crede più nessuno. Certo, ad alta voce tutti devono ripetere che la sua sarebbe la candidatura migliore, e ci mancherebbe altro, ma si pensa con realismo a trovare un piano B. Che non c’è. Le voci non smentite su un abboccamento, fallito, da parte dei renziani con il banchiere Gaetano Miccichè (fratello del commissario di Forza Italia), confermerebbero che si è entrati ormai nella fase post-Grasso.

Si racconta in casa Pd di caminetti romani con Lorenzo Guerini, Matteo Orfini e Davide Faraone (sarebbe stato lui a cercare Miccichè) per affrontare la grana Sicilia. Oggi in un’intervista Antonello Cracolici ha dato il suo altolà all’ipotesi di “papa straniero” – un nome ad effetto da pescare fuori dalla politica – prendendo anche le distanze dai centristi di D’Alia che sono usciti dal governo e nei giorni scorsi avevano chiesto le sue dimissioni dopo il caos incendi.

Dal canto suo, Sicilia Futura insiste sul “modello Palermo”. E il fondatore Totò Cardinale va oltre, chiedendo a Leoluca Orlando di prendere l’iniziativa: “Dopo il suo successo a Palermo, il sindaco raccolga le forze politiche che lo hanno sostenuto e si parli di Regione partendo dai programmi e dai contenuti. Cominciare dai nomi sarebbe un gravissimo errore”.

Si naviga a vista, insomma. Un nome di papabile che circola in queste ore è quello dell’eurodeputata Caterina Chinnici. Ma resta sempre in ballo anche l’ipotesi Giuseppe Lupo, il piddino più vicino a Leoluca Orlando, promotore la settimana scorsa di una riunione del centrosinistra, che viaggiava separato da anni in Sicilia.

Da chiarire è soprattutto il perimetro della coalizione. I moderati manifestano segni di insofferenza, non tagliano i ponti con gli alleati di questi anni ma guardano anche a destra in una prospettiva di rifondazione neocentrista. Quanto a Orlando, è difficile che il Professore si accodi con la sua lista (o con la sua promessa di lista) a una candidatura partorita a Roma senza un suo coinvolgimento. E così il rischio è che dalla coalizione Palermo si passi a una tutt’altro che magnifica solitudine di Pd e Sicilia Futura. E un’altra incognita riguarda il futuro di Rosario Crocetta. I suoi compagni di partito lo hanno già parcheggiato. Resterà inerte il governatore?

Il centrodestra. Perimetro della coalizione e identikit del candidato sono due nodi da sciogliere anche a destra. Le interlocuzioni con i moderati alleati del Pd, i casiniani e gli alfaniani, ci sono. E l’idea sembra non dispiacere a Roma. Angelino Alfano ha escluso di essere interessato alla candidatura ma ha detto di lavorare per unire il centro. Progetto che piace anche a Pierferdinando Casini che tra una decina di giorni dovrebbe scendere in Sicilia per un’iniziativa pubblica. I contatti tra quell’area e quella di Saverio Romano sono in atto e guardano anche allo schema nazionale e alla prospettiva della legge elettorale. Una buona performance in Sicilia offrirebbe delle carte per riaprire la partita con Renzi e Berlusconi che vorrebbero far fuori il centro.

Gianfranco Miccicihè ha ribadito di lavorare “per l’allargamento della coalizione” e complice lo stallo del Pd, i centristi sembrano in avvicinamento. Lo schema del centrodestra a quel punto potrebbe prevedere una listona centrista, un progetto a cui guarderebbero con interesse anche Cantiere popolare e Udc, che si allea con Forza Italia e con una lista del presidente. Già, ma quale presidente? Ap pensa a un candidato moderato. Il nome che è circolato con più insistenza è quello dell’europarlamentare Giovanni La Via. Ma se anche i Centristi di Casini fossero della squadra, il profilo di Gianpiero D’Alia potrebbe avere delle chance. A meno che alla fine il centrodestra non si compatti, per evitare una concorrenza fratricida che potrebbe spianare la strada ai grillini, sulla candidatura di Nello Musumeci. Gli sherpa sono al lavoro per evitare rotture tra quest’ultimo e Miccichè e l’interlocuzione tra i due è riaperta.

 


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