Myrmex, milioni da Istanbul |Giusti: "Proprietà non interessata" - Live Sicilia

Myrmex, milioni da Istanbul |Giusti: “Proprietà non interessata”

Assorbirebbe tutta la forza lavoro dell'ex stabilimento di ricerca. Ma l'iter, favorito dalla regione, è stato stoppato da Calvi.

l'investimento bloccato
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ISTANBUL – Vorrebbe aprire una sede a Catania, investire milioni e recuperare, contestualmente, lo stabilimento Myrmex e tutti i ricercatori dell’ex ditta senza più lavoro. La volontà dell’imprenditore turco, proprietario di Prestafarma, Roberto Giusti, è stata espressa ai diretti interessati, la Regione e il proprietario dell’ex impresa, Gianluca Calvi, ma la questione sembra essersi arenata. La proprietà sembra aver respinto la proposta.

Secondo la Cgil, che nei giorni scorsi ha inviato una nota nella quale denunciava la possibilità che sulla vertenza si possa speculare. “Sembra che il CNR abbia nuovamente avanzato la possibilità di acquistare il laboratorio in un contesto speculativo – hanno denunciato i sindacati – che non terrebbe conto dei lavoratori”. Già, perché Giusti non solo darebbe vita all’ex stabilimento della Zona industriale – comprando anche un lotto che si trova dirimpetto per poterlo allargare – ma assorbirebbe tutta la forza lavoro molto qualificata, che utilizzerebbe all’interno della sua industria farmaceutica. Assumendo anche altre persone.

LivesiciliaCatania ha contattato l’imprenditore turco, che sottolinea la sua volontà di puntare sulla Sicilia, a meno di chiusure tali da spingerlo a investire altrove. “In Francia, Ucraina e Turchia – afferma – dove l’apporto di business sostenibile è molto apprezzato”.

Come mai ha pensato a investire a Catania? 

Siamo sviluppatori di prodotti farmaceutici, nel campo dei farmaci generici, e datori di licenza a case farmaceutiche. Ci interessa creare un nostro impianto produttivo nella zona etnea. Con l’abbandono delle politiche protezionistiche da parte degli stati Europei, Italia compresa, e con le conseguenti numerose chiusure di impianti farmaceutici non più capaci di competere sui costi, abbiamo cominciato da qualche anno a valutare un progetto rivolto a rilevare una di queste realtà industriali dismesse, immaginando di servire mercati di sbocco con una geografia sufficientemente larga per bilanciare i rischi e disponendo già in partenza di un accordo di fornitura, concluso con partner solvibili.

Come mai la Sicilia?

Nel nostro percorso di ricerca, in Francia ed in Italia, siamo stati anche positivamente incoraggiati dal fatto che nelle realtà ove fossero dislocati tali impianti dismessi, la leva della presentazione di un business sostenibile abbinato al riassorbimento di posti di lavoro, innescava una significativa predisposizione delle istituzioni locali – in particolare in Francia, ma anche in Sicilia – a mettere a disposizione interventi agevolativi significativi e capaci di consolidare la competitività del nostro business model.

Cosa significherebbe, in termini di occupazione, l’apertura di uno stabilimento Prestafarma? 

Immaginando di contribuire alla riuscita dell’investimento nel suo complesso soprattutto con volumi di business garantiti attraverso contratti di fornitura già sottoscritti, le conseguenti ricadute occupazionali verrebbero soddisfatte nel breve termine (superati i necessari tempi burocratici e regolamentari tipici del mondo pharma). 

Come mai avete scelto lo stabilimento dell’ex Myrmex? Assorbireste i licenziati dal laboratorio di ricerca?

Sarebbe veramente uno spreco non poter sfruttare una tale ricchezza professionale costituita da numerosi curricula nel campo specifico. 

A quanto ammonta l’investimento complessivo? Quanti lavoratori potrebbe occupare e che genere di indotto creerebbe Prestafarma?

In questa fase, siamo costretti ad usare il condizionale, mancando ancora diversi elementi ad una esaustiva business analysis, pur tuttavia non sbaglieremmo stimando un investimento complessivo sicuramente nell’ordine di decine di milioni di euro con un tasso occupazionale a regime di circa un centinaio di collaboratori. Insisto, tuttavia, nel sottolineare che il vero valore del nostro progetto e’ costituito dal carattere sostenibile del business che porta.

Qual è stato l’approccio con le istituzioni siciliane? E della proprietà della Myrmex?

A seguito della segnalazione da parte della Regione della potenziale disponibilità dell’immobile Myrmex, abbiamo ricevuto una perizia di stima da parte di Mymex senza tuttavia essere autorizzati a visitare l’immobile. Dopo avere studiato la citata perizia di stima, abbiamo scritto a Myrmex la nostra manifestazione di interesse a rilevare l’immobile, riservandoci comunque un impegno definitivo, evidentemente, solo dopo aver effettuato le necessarie visite al sito. Myrmex ci ha informato ufficialmente che non riteneva opportuno dare corso ad alcuna trattativa.

Nel caso le trattative andassero a vuoto, in quale altro territorio pensate di investire? 

In assenza di trattative, continuiamo a cercare altre opportunità in Sicilia, senza tuttavia rinunciare a valutare altri territori quali, Francia, Ucraina e Turchia, dove l’apporto di business sostenibili e’ molto apprezzato.

 


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