“Soldi con la partita del Catania” |L'ombra del clan Santapaola - Live Sicilia

“Soldi con la partita del Catania” |L’ombra del clan Santapaola

Le intercettazioni dei carabinieri svelano i retroscena del grande affare dei Santapaola: le scommesse. (foto Antenna Sicilia) VIDEO

OPERAZIONE BETA - LE RIVELAZIONI
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CATANIA – Ventuno marzo duemiladieci, il Catania Calcio pareggia con il Chievo. Si tratterebbe di una partita “truccata” con l’ombra del clan Santapaola, almeno secondo quanto emerge dalle intercettazioni dell’operazione Beta eseguita dalla Procura di Messina. Una partita già finita nel mirino della magistratura nel 2011 (guarda il video di Antenna Sicilia), a parlare, nelle intercettazioni di cui Livesicilia è venuta in possesso, sono due elementi di spicco dell’indagine: Giuseppe Verde e Fabio Laganà.

Giuseppe Verde è accusato di associazione mafiosa, è finito in carcere dopo l’esecuzione dell’operazione Beta. Lui è “il tecnico informatico – scrivono gli inquirenti – ma non un tecnico asettico, sa e partecipa in tutto alla vita dell’associazione in materia di gioco e scommesse”.

Le cimici dei carabinieri del Ros lo intercettano durante un viaggio a Palermo con Fabio Laganà, che con un’altra persona doveva riscuotere “i proventi scaturiti dall’utilizzo di alcuni prodotti di gioco e dalla raccolta delle scommesse anche su quel territorio”.

Entrambi, secondo gli investigatori coordinati dal Procuratore aggiunto di Messina Sebastiano Ardita, “si dimostravano pienamente consapevoli dell’illiceità dell’attività realizzata e dei rischi connessi ad un utilizzo troppo esplicito degli apparecchi telefonici”.

Da Napoli in giù, il settore delle scommesse clandestine è esploso, ci sarebbe “un’Italia impestata – dice Verde intercettato – è pauroso…il più scarso ha da 15 giorni che lavora con queste cose quindi dovrebbero fare 10 carceri…ma tanto se mangiano loro mangiamo di più noi”.

L’OMBRA DEL CLAN – Gli inquirenti puntano l’attenzione sulle intercettazioni dalle quali emerge “l’attività del clan – si legge nelle carte dell’inchiesta – pure nella specifica materia delle scommesse sugli eventi calcistici al fine di massimizzare i profitti poteva contare da anni su un sistema ormai consolidato di combine anche nella massima serie italiana”.

A parlare è Fabio Laganà, che racconta al “complice”, “che nel 2010 – scrivono i magistrati – la famiglia mafiosa per conto della quale operavano aveva dato indicazioni per scommettere sul pareggio per uno a uno nella partita di serie A Chievo Catania, risultato poi effettivamente verificatosi nella ventinovesima giornata del campionato di calcio di serie A”.

L’INTERCETTAZIONE – “La Juventus – dice Laganà – è vero comandava Moggi tutte cose…ma non è che gli altri stavano a guardare…nel 2010 noi…la famiglia…noi…Chievo – Catania 1 a 1…anzi Catania – Chievo 1 a 1 scusami…giravamo Messina Messina per giocare”.

IL SISTEMA – I due fanno riferimento al sistema utilizzato “quando avevamo l’Intralot…quindi figurati…stiamo parlando di una partita di serie A…noi già…pure il fatto che è uscito dalla Fifa va!”. Intralot è uno dei più grandi sistemi di scommesse che comprende poker, slot, livecasino, bingo, lotterie e scommesse di ogni tipo. Le indagini degli inquirenti si stanno concentrando anche su queste intercettazioni.


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