Aci Catena, l'ex sindaco alla sbarra |Mercoledì la camera di consiglio - Live Sicilia

Aci Catena, l’ex sindaco alla sbarra |Mercoledì la camera di consiglio

Per la pm Laudani l'inchiesta avrebbe evidenziato un ampio fenomeno corruttivo.

Corruzione al comune
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CATANIA. Slitta a mercoledì prossimo la sentenza del processo che vede alla sbarra con l’accusa di corruzione l’ex sindaco di Aci Catena Ascenzio Maesano e l’ex consigliere comunale Orazio Barbagallo. Si è aperto stamani il rito abbreviato davanti al gup di Catania Giuliana Sammartino. In aula erano presenti entrambi gli imputati. Il pubblico ministero Barbara Laudani, al termine della requisitoria, ha chiesto una condanna a 5 anni e 4 mesi per l’ex primo cittadino catenoto. Pena lievemente inferiore, a 5 anni e 2 mesi, quella chiesta invece per il coimputato. Per l’accusa, che ha ribadito in aula quanto già sottolineato nella richiesta di convalida del fermo e di applicazione della misura cautelare, dall’inchiesta sarebbe emerso un vero e proprio sistema Aci Catena, basato sulla corruzione. Le evidenti illegittimità rilevate nelle procedure per l’affidamento del progetto Home Care, finanziato dall’Unione Europea, e per la gestione del servizio di assistenza dei sistemi informatici rientrerebbero, secondo la Procura di Catania, in un più ampio fenomeno corruttivo.

Il primo a parlare tra i legali del collegio difensivo è stato Giuseppe Marletta, difensore di fiducia di Maesano insieme all’avvocato Enzo Mellia. Una breve arringa prima di cedere la parola al docente Emilio Castorina, nominato suo sostituto processuale, che è intervenuto sui profili amministrativi della gara d’appalto del progetto Home Care. Nessuna anomalia sarebbe rilevabile, per Castorina, nell’offerta presentata dalla Halley Consulting spa per l’aggiudicazione dell’appalto. Così come non emergerebbero profili di illegittimità dagli atti amministrativi relativi al servizio di assistenza e manutenzione del sistema informativo comunale.

Concetti ribaditi subito dopo anche dal legale Enzo Mellia, che ha evidenziato come quegli atti non fossero comunque di competenza del proprio assistito. Per Mellia, inoltre, la Procura di Catania non avrebbe fornito alcun indizio su interventi o ingerenze dell’ex primo cittadino sui pubblici funzionari che hanno adottato le determine contestate. Per Ascenzio Maesano il legale ha chiesto la riqualificazione del capo di imputazione, da corruzione a traffico di influenze illecite ed in subordine a corruzione per l’esercizio della funzione. In ulteriore subordine, infine, minimo della pena e concessione delle attenuanti generiche e dei benefici di legge. Hanno poi concluso i legali Orazio Consolo e Giuseppe Di Mauro, difensori di fiducia di Orazio Barbagallo.

Il pubblico ministero Barbara Laudani ha poi chiesto un breve rinvio per replicare anche sugli aspetti amministrativi contenuti nella memoria difensiva depositata. E dunque tra due giorni, al termine delle ulteriori repliche, il gup si ritirerà in camera di consiglio per la sentenza. Potrebbe giungere contestualmente anche la decisione sulla richiesta di rinvio a giudizio formulata dall’accusa per Sebastiano Valentino, l’ex dipendente della Halley Consulting Spa, imputato anch’egli per corruzione nel processo connesso. Stamani, prima del rito abbreviato, si è celebrata l’udienza preliminare.

 


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