"Alleanza larga come a Palermo |Anche Renzi sia della partita" - Live Sicilia

“Alleanza larga come a Palermo |Anche Renzi sia della partita”

Intervista a Raciti. Mano tesa ai centristi. "Ho chiesto al segretario una figura del Pd nazionale che ci accompagni".

L'intervista
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PALERMO – Il Pd siciliano domani mattina riunisce i suoi massimi vertici per fare il punto sulle Regionali. Tramontato il sogno di Piero Grasso candidato, con l’autocandidatura di Crocetta sul tavolo, i dem proveranno a mettere mano all’ingarbugliata matassa. E Fausto Raciti, segretario regionale, pianta un paio di paletti: tenere aperto il dialogo con i moderati, Alfano compreso, e coinvolgere il Pd nazionale con un volto del Nazareno in prima linea.

Segretario, cosa farete domattina in questa direzione?

“Discuteremo della fase politica perché siamo dentro a una grande accelerazione del dibattito che precede le regionali. Annuncerò che nei prossimi giorni sono impegnato, come mi era stato chiesto in direzione, in incontri bilaterali con tutte le forze politiche, da Sinistra Italiana fino ad Alternativa popolare ivi comprendendo anche il sindaco Orlando che si è proposto di fare la lista dei territori, e lì proveremo a proporre un approccio alla fase elettorale”.

Intanto Crocetta si è ricandidato. È il vostro presidente della Regione, alla guida del governo di cui voi fate parte: non è lui il candidato naturale?

“Crocetta non fa mai nulla a caso. E ci sta ponendo un tema che è quello della valutazione del suo operato in questi cinque anni. Io con lui ho avuto scontri duri ma ho anche dimostrato la massima lealtà quando abbiamo dato vita all’ultimo governo regionale. Credo che la collaborazione col governo nazionale abbia portato risultati positivi. C’è un punto però e cioè che questa esperienza non si è tradotta politicamente nella costruzione di una coalizione come noi volevamo e che, anzi, alcuni dei partiti che addirittura avevano sostenuto Crocetta alle elezioni ha scelto altre strade. Dunque, il bilancio amministrativo è positivo,il bilancio politico ci mette una questione davanti. E cioè se noi vogliamo tentare di costruire un campo largo come a Palermo oppure se il Pd vuole andare da solo alle elezioni. Io continuerò a lavorare sulla prima ipotesi. E mi piacerebbe tantissimo che Crocetta ci desse una mano in questo lavoro”.

Crocetta ha parlato di primarie. E nel Pd anche l’onorevole Di Giacomo ha proposto i gazebo, parlando della data del 10 settembre. È questa la strada che pensate di battere?

“Di primarie avevamo già parlato coi nostri alleati alcuni mesi fa. Ma si erano detti indisponibili. Vedo che ora ritornano sulla scena. Io sono disponibile a proporle agli alleati, ma non mi aspetto risposte molto diverse da quelle che ho avuto in passato. Potevamo e possiamo farle da soli ma consapevoli del probabile isolamento”.

In un’ipotesi di alleanza larga, la proposta del candidato spetterebbe a voi come partito maggiore?

“Oggi dobbiamo capire chi vuole costruire un’alleaza con noi. Noi siamo quelli che hanno scelto ad esempio, confidando molto nell’asse tra Pd e moderati, di coinvolgere Alternativa Popolare nel governo della Regione, nonostante non fossero parte dell’alleanza che aveva eletto il Presidente Crocetta. Io con loro voglio continuare una discussione perché sono convinto che la scelta che abbiamo fatto allora abbia dato frutti importanti per la Sicilia e sono altrettanto convinto che quello che Miccichè sta proponendo è già fallito a Palermo nonostante il sostegno di Saverio Romano e Totò Cuffaro. Penso, per rispondere alla domanda, a una discussione nella quale tutti hanno pari dignità e tutti hanno titolo pieno ad avanzare proposte, sforzandoci di trovare insieme quelle che uniscono di più. Insieme siamo l’unico argine possibile al populismo e a chi pensa che la Sicilia vada governata solo per farsi campagna elettorale in vista delle Politiche”.

E i vostri potenziali partner della sinistra? Avevano posto la condizione della candidatura di Grasso per un’alleanza. Adesso che succede?

“Loro possono portare alcune novità significative sul piano programmatico che ci aiutino a costruire una proposta maggioritaria in Sicilia. Ovviamente il profilo con cui vogliono partecipare a questa discussione è giusto che lo definiscano loro”.

E Orlando?

“Noi lo abbiamo sostenuto, ci aspettiamo che il percorso costruito a Palermo prosegua”.

È deluso dalla scelta di Grasso di non candidarsi?

“Lo rispetto e tengo a dire una cosa: che noi in quella possibilità non abbiamo cercato di nascondere contraddizioni o risolvere problemi che non era suo compito risolvere. Né tanto meno sperato di ottenere paternità particolari. Abbiamo dato la disponibilità a sostenere una figura che ritenevamo e riteniamo di straordinario impatto sulla Sicilia anche alla luce del servizio che ha reso alla Repubblica. Non a caso la convergenza della politica è stata immediata e l’entusiasmo nella società notevolissimo”.

Il capogruppo dei Centristi Forzese ieri ha chiesto al Pd di candidare Gianpiero D’Alia.

“Il Pd è aperto a discutere senza preclusioni, riconoscendo la pari dignità di tutti nella discussione. Ed è già noto che la scelta del rapporto con i moderati per noi è seria e consapevole. Io non faccio però come Miccichè, non metto in campo nomi per giocare al tiro al piattello”.

Le elezioni siciliane sono evidentemente un tema nazionale. Che ruolo avrà il Nazareno nella partita?

“La Sicilia è un tema nazionale non solo perché precede le elezioni politiche ma perché credo che imprimere una svolta sia possibile solo dentro un rapporto molto forte col governo nazionale. Oggi c’è uno scritto di Yehoshua su La Stampa che parla della Sicilia come luogo di sintesi dell’identità mediterranea. Non è solo un tema nazionale: guardano a noi anche fuori dall’Italia, perché siamo oggettivamente baricentro del Mediterraneo. Stiamo già seguendo insieme col Pd nazionale la discussione. In più ho chiesto a Matteo Renzi di individuare una figura che ci accompagni per conto del Pd nazionale per la preparazione delle elezioni regionali. Renzi ha dimostrato sempre grande interesse per la Regione: il G7 ne è una prova lampante. Serve dare prosecuzione a quel lavoro anche su un piano politico.”.

 


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