Il "pizzo" ai Santapaola del Villaggio |Chiesti 15 anni per il fratello di Nitto - Live Sicilia

Il “pizzo” ai Santapaola del Villaggio |Chiesti 15 anni per il fratello di Nitto

Alla sbarra Antonino Santapaola e gli altri 5 imputati. Le richieste di pena del pm.

La requisitoria del pm
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CATANIA – Antonino Santapaola, fratello del capomafia Nitto, avrebbe beneficiato per dieci anni di uno stipendio grazie al pizzo versato dai vecchi gestori del Bingo di Misterbianco. Dal 2002 al 2012 gli imprenditori avrebbero versato somme che andavano dai 2500 ai 5000 euro al mese che sarebbero finite nelle casse del gruppo santapaoliano del Villaggio Sant’Agata che per un periodo avrebbe avuto come referente Antonino Santapaola, conosciuto come Nino U Pazzu. Il fratello del padrino di Cosa nostra catanese è l’imputato chiave del processo che scaturisce dalla delicata inchiesta dei carabinieri che ad ottobre del 2015 portò all’esecuzione di otto ordinanze di custodia cautelare in carcere. A molti degli indagati la misura cautelare fu notificata in cella, come a Dario Caruana, difeso dall’avvocato Maria Caltabiano, che pochi mesi prima era stato arrestato con la pesante accusa di omicidio. 

Il processo è arrivato al giro di boa. Il pm Rocco Liguori ha formulato al Tribunale le richieste di pena per i sei imputati che hanno affrontato il rito ordinario. Il sostituto procuratore della Dda non ha fatto certo sconti. Per Nino Santapaola, difeso dall’avvocato Peppino Lipera, ha chiesto la condanna a 15 anni di reclusione e 15 mila euro di multa. Dodici anni e 12 mila euro di multa invece la richiesta al Tribunale per gli altri cinque imputati: Dario Caruana, Davide Licciardello, Angelo Mirabile, Francesco Petralia e Salvatore Aiasecca. Il processo è stato rinviato al 12 settembre per le arringhe della difesa e, salvo altri rinvii, potrebbe arrivare la sentenza. Il troncone abbreviato, lo scorso anno, si chiuse con tre condanne e un’assoluzione. 

L’INDAGINE. L’inchiesta trae origine dalle rivelazioni dei due fratelli Giuseppe e Paolo Mirabile e anche del collaboratore di giustizia Carmelo Di Stefano. I carabinieri hanno svolto precise e delicate indagini per riscontrare le dichiarazini dei tre pentiti e hanno scoperto che per 10 anni i precedenti titolari (quelli attuali sono assolutamente estranei all’inchiesta) dell’importante sala bingo misterbianchese avrebbero subito le angherie dei Santapaola. Oltre alla “pretesa” del pizzo, la cosca avrebbe “spinto” affinché la gestione del parcheggio e il servizio delle pulizie fosse affidato a “personaggi” amici dei vertici del Villaggio Sant’Agata. Giuseppe Mirabile racconta che sarebbe stato proprio lui ad avviare “l’estorsione” per conto dello zio Antonino Santapaola. La somma da versare dal 2002 fino al 2010 sarebbe stata di 2500 euro, dopo il 2010 sarebbe raddoppiata. La metà sarebbe servita a garantire lo stipendio e il mantenimento dei familiari dello Zio Nino Santapaola.

 

 

 

 

 

 

 

 


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