Nomine, sempre e solo nomine | È l’allegra agonia della Regione - Live Sicilia

Nomine, sempre e solo nomine | È l’allegra agonia della Regione

Negli ultimi mesi della legislatura una pioggia di incarichi voluti da Crocetta e dai suoi assessori.

PALERMO – Due giorni fa, a un certo punto, la giunta si è fermata. E si è aggiornata a data da concordare. Il governo, anche martedì, si è arenato sulle nomine. Le solite, infinite nomine. Come se non ci fosse altro a cui pensare. Come se la legislatura non fosse a un passo dalla sua conclusione. Come se a settembre la Regione non entrasse nella fase di “ordinaria amministrazione”, vista l’indizione dei comizi elettorali.

Eppure, in giunta, tutte le volte, non si parla d’altro. Nomine, solo nomine. Quelle dei commissari della Sanità, in quest’ultimo caso, ultimo teatro di guerra per una maggioranza disastrata, ultimo canto stonato di un progetto politico fallimentare. Tutto si arena, quindi. Se ne riparlerà alla prossima giunta: ossia con la prossima riunione per spartire le poltrone. Ieri, intanto, una, e prestigiosa, è stata assegnata. Crocetta ha pescato un nuovo fedelissimo a Siracusa. Accorgendosi, ad appena quattro anni, nove mesi e quindici giorni dall’inizio della legislatura che forse questo governo, a capo del dipartimento dei rifiuti ha bisogno di un “tecnico”. Di un esperto. In questo caso Gaetano Valastro, chiamato dalla direzione dell’Arpa aretusea. Quanto basta per sorpassare in un colpo, in sfregio ai richiami costanti della Corte dei conti, alle norme sugli obblighi di verifica del personale interno, appena 1.700 dirigenti di ruolo della Regione. Molti dei quali, in questi anni, già dirigenti generali del dipartimento Rifiuti. Ma dal primo agosto arriva l’esterno. Il tempo di ambientarsi in un ufficio, superare le ferie, e poi, tutti al voto.

È questa la sfumatura più chiara di questo tramonto dell’Impero. Se così possiamo dire. Perché in realtà il poltronificio di Crocetta e dei suoi assessori è apparso più che altro una sagra nel corso della quale organizzare estrazioni a sorte, coinvolgendo solo gli invitati: a te le ambulanze, a te la gestione delle cooperative, a te le discariche, a te i computer, a te i pullman. Tutti amici di Crocetta. E dei suoi assessori. Spesso nominati e confermati quando non c’è più niente da fare.

E invece, ecco la corsa. A nominare, ad esempio, i nuovi amministratori degli enti che fanno capo alle Risorse Agricole. Nei mesi scorsi, infatti, l’assessore Antonello Cracolici ha designato il nuovo presidente dell’Ente per lo sviluppo agricolo (Esa), scegliendo il proprio capo di gabinetto, Vitalba Vaccaro. A lasciare l’ente è stato Francesco Calanna, commissario straordinario prorogato una dozzina di volte e vicinissimo al senatore del Pd Giuseppe Lumia, oltre a essere un animatore del Megafono di Crocetta. Poco male: Calanna tornerà. Anche perché le nomine sono come le ciliegie: una tira l’altra. E così, dopo lo strappo con Giovanni Pistorio, la scelta del nuovo assessore alle Infrastrutture Luigi Bosco, altro militante del Megafono, ha portato con sé il nuovo incarico di Calanna, in uno degli uffici di gabinetto.

Per tornare alle nomine “agricole” di questi ultimi mesi, all’Istituto vino e olio, è stato “promosso” a presidente, l’ex commissario Marcello Giacone. Insieme a Vaccaro e Giacone, ovviamente, scelti anche i consiglieri di amministrazione. Al Fondo pensioni, nel frattempo, dopo il tentativo di indicare l’ex assessore Nelli Scilabra (ma pare ci fossero dubbi sull’effettivo possesso dei requisiti previsti), è andato l’ex ragioniere generale, ora in pensione, Salvatore Sammartano. Al Ciapi di Priolo invece è andato Gaetano Marino, una nomina voluta dai Centristi. Mentre fioccavano, sempre negli ultimi mesi, le nomine dei direttori generali di Irsap (a capo della quale nel frattempo era andata un’altra fedelissima come Maria Grazia Brandara) e Cefpas, insieme a una pioggia incessante di consulenti. Come se non fossimo alla fine. Come se ce ne fosse davvero bisogno.

È un’agonia allegra, leggera, disinvolta questa del governo Crocetta. Un governo dal quale sono passati, nel frattempo, poco meno di cinquanta assessori, ciascuno pronto, ovviamente, a far traslocare con se’ “fedelissimi” da piazzare negli uffici di gabinetto. Prendi ad esempio uno di questi assessori. Già con valigia da settimane. Almeno stando alle parole del suo leader. Angelino Alfano, oggi sempre più vicino al ritorno nel centrodestra, si era affrettato a precisare che l’esperienza al fianco di Crocetta, in realtà, non era mai iniziata. E che l’assessore indicato dal suo partito, Carlo Vermiglio ai Beni culturali, avrebbe presto lasciato quella giunta: giorni o settimane, assicurava il Ministro degli Esteri, giusto il tempo di portare a termine alcuni progetti. Insieme a questi, già che c’era però, l’assessore messinese si è concesso pure qualche nomina. Come quelle dei consulenti personali Fabio Longo e Piera Provenzano: per loro circa duemila euro lordi per due mesi di lavoro. Ma non solo. L’assessore con le valigie nel frattempo ha anche scelto il nuovo commissario del Parco archeologico di Naxos. Piccolo particolare: essendo, per legge, necessario che il commissario venisse scelto tra i dirigenti regionali, l’assessore ha pescato il nome di un esterno, Nunziello Anastasi, che però era stato proprio da Vermiglio nominato nei suoi uffici di gabinetto. Acquisendo così lo “status” di dirigente, appunto. L’assesore intanto, nonostante l’annuncio di Alfano, è ancora saldamente in giunta.

E il passaggio dagli uffici di gabinetto è davvero miracoloso. La vicenda del fedelissimo di Vermiglio è analoga, sotto certi aspetti, a quella che ha portato nei mesi scorsi il consulente personale di Crocetta, Sami Ben Abdelaali, alla guida dell’Ircac, l’ente che si occupa dei finanziamenti alle cooperative. Una nomina velocissima, quella nell’ufficio di gabinetto dell’assessore alla Funzione pubblica Luisa Lantieri ha avuto come effetto quello di evitare la verifica dei titoli da parte della Commissione Affari istituzionali dell’Ars. Ma adesso, stando a una denuncia del Movimento cinque stelle, a indagare su quell’incarico è l’Autorità nazionale anticorruzione. Mentre, poi, Crocetta confermava Antonio Ingroia al vertice di Sicilia e-servizi (ora Sicilia digitale) e “promuoveva” amministratore unico di Seus (l’azienda che si occupa del servizio del 118) un suo fedelissimo ex gabinettista come Gaetano Montalbano, dopo avere, nel frattempo già messo l’Ast (una delle più grandi aziende regionali) nelle mani di un animatore del Megafono come Massimo Finocchiaro e la Sas (la popolatissima spa dove confluiranno anche i lavoratori delle società in liquidazione) in quelle di Sergio Tufano concittadino del governatore, Nelli Scilabra lasciava gli uffici di gabinetto del presidente. Un addio? Macché. Semplicemente una trasformazione di quel rapporto in una consulenza da 20 mila euro lordi circa, proprio nel settore della Formazione da cui la Scilabra aveva dovuto smontare le tende, a causa di uno dei tanti rimpasti. Il capolavoro, poi, pochi giorni fa. Come raccontato da Livesicilia, negli stessi giorni Crocetta riusciva a nominare marito e moglie: Rosario Andreanò, coordinatore del Megafono a Mistretta e già protagonista di scatenati balli nelle serate di festa dell’entourage governativa, entrava nell’ufficio di gabinetto del presidente, mentre la moglie Maria Rita Zampino veniva confermata come consulente personale della vice presidente Mariella Lo Bello. Il lungo valzer delle nomine. A rendere allegra l’agonia di questo governo.


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