"Crocetta è sotto scacco" |La provocazione di Confcommercio - Live Sicilia

“Crocetta è sotto scacco” |La provocazione di Confcommercio

Pietro Agen chiarisce le posizioni di Multiservizi, Pubbliservizi e Gruppo Abate.

Camera del Sud Est
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CATANIA – I ricorsi contro la revoca firmata venerdì scorso dall’assessore regionale Mariella Lo Bello sono stati inoltrati al Tar alle ore 23:23 di venerdì 28 luglio. Un po’ tardi ma fu una scelta obbligata dall’orario di invio della revoca della Lo Bello e aspettarsi una risposta dal Tribunale amministrativo entro oggi, nonostante la richiesta di urgenza, era davvero improbabile. E seppure lo stesso Pietro Agen si aspetta che questo parere non arrivi prima di settembre, stamattina all’autoconvocazione provocatoria indetta dalla cordata che fa capo a Confcommercio erano presenti 18 consiglieri. Non per un insediamento che cozzerebbe con la linea seguita in questi mesi e con la revoca dell’assessore, ma per fare il punto di una situazione che si morde la coda da tempo, per non dire da anni, e per sottolineare che “questo atto della Lo Bello è veramente inaccettabile – ha commentato Riccardo Galimberti presidente di Confcommercio Catania -. È incredibile che una parte della politica siciliana (cioè Siracusa, ndr) tenga in scacco Crocetta in questo modo, a cominciare da Bruno Marziano”.

E così a fronte di una Super Camera che dovrebbe unire tre territori come Catania, Siracusa e Ragusa; che diventerebbe una delle più grandi d’Italia e che gestirebbe una quota pari a circa il 62% della Sac, la società di gestione dell’aeroporto di Catania, l’unica politica che sembra imporsi è targata Siracusa. “Quella è la politica che grida di più – precisa Galimberti -. Noi ci atteniamo ai principi di legalità e per questo mi chiedo perché mai CamCom Ragusa dovrebbe subire un accorpamento con Siracusa che non ha mai voluto né vuole”. E comunque se Siracusa volesse davvero scorporarsi dall’accorpamento, si troverebbe il modo di glissare anche il requisito della continuità territoriale come è stato fatto in Liguria.

In ballo però c’è di più. C’è la politica romana e le sue pressioni di cui Galimberti non fa mistero e il modo in cui “lo schema di UnionCamere viene spogliato e rivestito” ne è una prova, come lo sono i metodi di inserimento, o di stravolgimento, degli ordini del giorno della Conferenza Stato-Regioni del 27 luglio e persino questo rinvio al 3 agosto di cui tutti parlano ma che nessuno ancora ha letto.

E torniamo a stamattina. Al tavolo dei relatori c’erano Sandro Romano, presidente  Confcommercio Siracusa; Peppino Giannone, presidente CCIAA Ragusa; Salvo Politino, direttore Confesercenti Catania; Giovanni Pappalardo, presidente Coldiretti e Michele Marchese, presidente Confartigiani Siracusa. Tra il pubblico altri 13 consiglieri e anche i rappresentanti di altre associazioni datoriali. Tra loro anche Nico Torrisi, ad di Sac Spa che è, da sempre, argomento del contendere: “Si parla di falsi gonfiati e interventi del Mise, ma di imprese e esigenze del territorio messe da parte e di una Camera commissariata da cinque anni non ne parla nessuno – aggiunge Galimberti -. Il qualcosa che non va sta nell’aver concentrato, su un unico ente, un potere simile sull’aeroporto. Caso unico in tutta Italia. Ma l’errore risale a quando Ivan Lo Bello presentò questo progetto a Napolitano. Solo che a quel tempo Ivan Lo Bello non radiva ingerenze politiche in questo accorpamento”.

E non c’è dubbio che l’aeroporto di Catania, ma anche quello di Comiso, catalizzi l’attenzione non solo per il controllo che si avrà sulla società più grossa di tutta l’Isola, ma anche per i milioni di euro di cui si parla nelle intercettazioni rese pubbliche la scorsa settimana. “Finalmente – incalza Agen – nelle intercettazioni si dice che noi abbiamo dichiarato in Procura che uno dei nostri è stato minacciato. Ciò che abbiamo detto è vero o non è vero? Queste sono le notizie che vorrei leggere. E vorrei pure capire cosa sono quei 10-12 milioni di euro di cui parla la Laneri. Io in aeroporto non ci sono mai stato, non lo so. Però avevo notizie che mi provenivano da Confindustria. E mi dicevano che (questi soldi, nda) passavano tramite Milano. In compenso però hanno messo su la vicenda dei falsi iscritti: sulle prime tre abbiamo fornito ampia prova che sono soci e in regola anche a chi diceva di non essere socio, ma forse non si era ben capito che si parlava del 2012. Infatti a due di questi abbiamo anche fatto una diffida a pagare anche gli anni successivi visto che non si sono mai dimessi. Parliamo di Multiservizi e Pubbliservizi. La vicenda che riguarda il gruppo Abate la chiariremo davanti al magistrato, ma è sui primi nomi che ci divertiremo di più, proprio quelli su cui due presidenti hanno dichiarato di non essere soci. Uno poi è finito ai domiciliari e dopo che abbiamo consegnato le carte al sindaco Bianco non è stato più detto nulla. Anche perché potrebbe scattare la diffamazione”,  precisa Agen.

E torniamo a Roma. Mentre la politica ha allungato lo zampino sulla Super Camera, il ministro Calenda che da tanti viene indicato come “Montezemolo’s boys” – commenta ironico Agen – tiene duro e resiste ancora alle lettere di Crocetta. Resisterà? Non resisterà? Non è facile rispondere, ma adesso potrebbe toccare al Tar convocare il Consiglio della SuperCamera “qualora il Tar si convincesse che esiste un procedimento falsato dal fatto che qualcuno – ha precisato Agen – ha messo le carte in modo da non fare la convocazione. Che è esattamente quello che abbiamo dichiarato al procuratore il 23 luglio 2016”.

Aspettando il parere del Tar e l’ordine del giorno della prossima seduta della Conferenza Stato-Regioni e sapendo che, da un punto di vista normativo, non è possibile sciogliere l’accorpamento di Catania, Siracusa e Ragusa neanche approvando il Piano di riparto nazionale delle Camere di Commercio, stamattina il consigliere più anziano del futuro Consiglio, Michele Marchese, ha annunciato di voler convocare il Consiglio Camerale per venerdì 18 agosto alle ore 10.30 in osservanza all’art. 16 della legge 580/1993. E la storia continua, non c’è dubbio.

 


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