"Quando hanno ucciso il bambino" | Quelle frasi su Claudio Domino - Live Sicilia

“Quando hanno ucciso il bambino” | Quelle frasi su Claudio Domino

Foto d'archivio

Nel sequestro dei beni di Giovanni Li Causi si torna a parlare del bimbo ucciso a 11 anni nel 1986.

PALERMO – Giovanni Li Causi parlava di Claudio Domino. Era il 2011. Oggi le sue parole rendono evidenti “l’epoca risalente della pericolosità sociale” dell’ex gestore del bar all’interno dello stadio Barbera.

Giovanni Li Causi

Così scrivono i giudici della sezione Misure di prevenzione del Tribunale di Palermo, presieduta da Raffaele Malizia, che gli hanno sequestrato beni per un milione e mezzo di euro. Un provvedimento che nasce da “disavanzo” fra i redditi dichiarati e gli investimenti, e dalla pericolosità sociale di Li Causi.

I giudici ricordano la condanna definitiva a otto anni che gli è stata inflitta in quanto “organico” alla famiglia mafiosa di San Lorenzo, guidata nel 2011, anno del suo arresto, da Giulio Capirrimo. E riportano le parole che Li Causi diceva ad una donna transitando davanti al luogo in cui fu assassinato il bambino (la strada porta oggi il suo nome): “Qua era quando hanno ucciso il bambino… per la mafia, Domino, questa macchina dopo dopo due giorni l’hanno portata da noi in officina era piena di sangue… dodici anni aveva il bambino ha guardato una cosa che non doveva guardare”. Non è mai stata fatta chiarezza fino in fondo sulle parole di Li Causi. Solo da lui potrebbe arrivare l’aiuto decisivo per gli investigatori.

L’omicidio avvenne il 7 ottobre del 1986. Claudio Domino fu ucciso con un colpo di pistola alla testa. Il padre gestiva un’azienda che aveva ricevuto in appalto il servizio di pulizia all’interno dell’aula bunker in cui si svolgeva il maxiprocesso. I presunti assassini, componenti di un clan di trafficanti di droga, furono trovati morti qualche tempo dopo il delitto. Durante il maxiprocesso Giovanni Bontate disse che Cosa nostra non c’entrava. Voleva difendere l’onorabilità della mafia, dimenticando che fra le vittime innocenti dei boss ci sono tanti bambini.

I genitori di Claudio alimentano il ricordo del figlio andando in giro per le scuole d’Italia a raccontarne la storia storia. Una storia che non deve essere dimenticata. Nel frattempo non smettono di chiedere una giustizia finora negata.

 


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