Una luce accesa per Fiammetta | "Venticinque anni di menzogne" - Live Sicilia

Una luce accesa per Fiammetta | “Venticinque anni di menzogne”

L'iniziativa dei radicali a Catania, dopo le parole della figlia di Paolo Borsellino.

La ricerca della verità
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CATANIA – Delle fiammelle per Fiammetta. Le hanno accese, ieri sera, i radicali della “carovana per la giustizia” sulla scalinata del Tribunale di Catania. Chiedono che si faccia luce sulle parole pronunciate da Fiammetta Borsellino. “Questo abbiamo avuto: un balordo della Guadagna come pentito fasullo – disse la figlia del giudice assassinato dalla mafia riferendosi a Vincenzo Scarantino – e una Procura massonica guidata all’epoca da Gianni Tinebra che è morto, ma dove c’erano Annamaria Palma, Carmelo Petralia, Nino Di Matteo, altri…”.

In verità, più che per fare luce, l’impegno dei radicali serve a non spegnere del tutto il residuo di interesse su un tema che, a ragione, definiscono “scorrettissimo”. Ciò che si chiede, infatti, è una spiegazione sui “venticinque anni di schifezze e menzogne” avvenute al Palazzo di giustizia di Caltanissetta dove si è costruito il più grande errore giudiziario della storia.

Le fiammelle sono state accese a Catania perché per competenza toccherebbe ai pm catanesi occuparsi della vicenda. Proprio come si sono occupati, su un input della nuova Procura nissena, del processo di revisione al termine del quale sono stati annullati gli ergastoli inflitti a degli innocenti accusati di avere partecipato alla strage sulla base delle bugie di Scarantino. I pubblici ministeri di allora, assieme ad altre decine di giudici, avallarono le menzogne del picciotto della Guadagna. Ora tutti parlano, compresi loro, di depistaggio per spostare altrove ogni riflessione.

Ad ancorare i fatti alla realtà ci ha pensato Fiammetta che ha parlato di “omissioni e lacune negli accertamenti”. Una stroncatura netta di cui c’è stato un gran parlare. È durato poco, pochissimo. Poi, finito il clamore della commemorazione, è calato il silenzio. Non resta che sperare che non abbia ragione il dirigente dei radicali Maurizio Turco, quando sostiene che per molti fare luce sulle parole di Fiammetta Borsellino sia un’iniziativa “scorrettissima”.


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