Gli arsenali di San Giorgio |Crocevia tra Santapaola e Cappello - Live Sicilia

Gli arsenali di San Giorgio |Crocevia tra Santapaola e Cappello

Le armi sequestrate a san giorgio

Le indagini dopo il rinvenimento dello zaino con mitra, pistola e droga.

CATANIA – Ancora un sequestro di armi. Questa volta però abbandonate all’interno di uno zaino nero, un po’ usurato. Gli investigatori della Questura di Catania stanno cercando di trovare la quadra sul rinvenimento in viale Biagio Pecorino di qualche giorno fa. Il fucile mitragliatore Kalashnikov privo di matricola e la pistola semi-automatica Gran Power G9A non erano nascoste in un covo ma sono state trovate tra le sterpaglie di San Giorgio. La pistola aveva una cartuccia in canna, oltre alle tre dentro il caricatore. Un particolare questo da non sottovalutare. Chi aveva lo zaino in spalla voleva essere pronto a sparare. L’arma era stata preparata. Resta da capire se il luogo dove gli investigatori hanno trovato la borsa era un nascondiglio per un gruppo di fuoco oppure qualcuno ha tentato di disfarsene per evitare azioni di polizia.

Anche questa volta la pista da battere sembra quella del controllo delle piazze di spaccio, perché all’interno della borsa sono state trovate anche due buste contenenti 330 grammi di cocaina e 26 grammi di marijuana. La polvere bianca era ben sigillata con il nastro adesivo marrone. Servono le pistole per poter definire i confini delle zone di smercio di stupefacenti. San Giorgio è al confine con una delle roccaforti della droga: Librino. Ma è anche un rione dove vivono esponenti di spicco di diverse consorterie criminali catanesi.

Viale Biagio Pecorino ancora al centro di un’indagine per arsenali e armi. A settembre dello scorso anno la Squadra Mobile sequestra diciassette armi tra cui anche un puntatore laser in uno stabile di edilizia popolare della strada del rione San Giorgio.

Una zona contesa storicamente da due clan: i Santapaola-Ercolano e i Cappello. In quell’operazione gli uomini diretti da Antonio Salvago arrestarono un uomo che portava al clan che porta il nome del padrino Turi Cappello. Ma viale Biagio Pecorino è anche il luogo dove ha la casa il boss santapaoliano Rosario Lombardo, da poco tornato al carcere di Opera dopo che gli inquirenti hanno scoperto che nella sua casa si svolgevano i summit per determinare le strategie dello spaccio a San Cristoforo. Saro U Rossu, nonostante la condanna definitiva che stava scontando ai domiciliari, invitava a casa gli esponenti della nuova cupola.

Resta quindi da capire se lo zaino con le armi serviva per un’azione di fuoco pianificata o era stata preparata in caso di necessità. Nella mafia bisogna essere sempre pronti a rispondere. Non ci sono elementi per pensare ad un utilizzo immediato: da alcuni anni la mafia catanese agisce con un basso profilo. I tanti sequestri di armi che si sono susseguiti in queste settimane però ci forniscono un dato certo: le cosche catanesi hanno a disposizione potenti armi. La “riserva di fuoco” rappresenta la forza militare di un clan.

Il momento è delicato dal punto di vista criminale. I vuoti di potere creati dalle ultime retate della Dda di Catania hanno smosso gli equilibri e creato spazio per le giovani leve dei clan. Teste “calde” pronte ad armarsi per affermare la forza militare in un preciso quartiere o territorio. Uno zaino abbandonato con una pistola con una colpo in canna è un dato investigativo non da sottovalutare.


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